Tutti siamo a conoscenza delle condizioni non ottimali del nostro Pianeta. Al momento l’interesse per lo stato climatico e ambientale è al centro di diverse campagne.
In molti Paesi si attuano dei comportamenti finalizzati ad arrestare il cambiamento climatico e rendere la nostra Terra più vivibile.
In passato però quest’interesse non era così radicato, finché negli anni 80′ non fu fatta una scoperta devastante.
Si scoprì che sulla fascia di ozono presente sull’Antartide si stava formando un buco che avrebbe potuto comprometterne la funzionalità.
L’ozono presente nella stratosfera è molto importante per impedire ai raggi UV del sole di penetrare nell’atmosfera e danneggiarci. Ecco perché la notizia della creazione di una falla in questa barriera protettiva ha causato delle notevoli preoccupazioni tra la comunità scientifica.
Il buco dell’ozono è causato principalmente dall’attività umana ed è legato all’utilizzo massiccio di alcune sostante chimiche definite come clorofluorocarburi (CFC), presenti in solventi, liquidi refrigeranti e negli spray.
Durante gli anni successivi sono stati siglati diversi accordi per cercare di rimarginare il buco dell’ozono, vietando la produzione di CFC.
Buco dell’ozono, secondo gli studi si chiuderà entro 2066
Tutti gli sforzi della comunità internazionale stanno finalmente dando i loro frutti visto che secondo un rapporto delle Nazioni Unite il buco si sta richiudendo.
La chiusura avviene e continuerà ad avvenire molto lentamente, ma con ragionevole ottimismo si può affermare che il buco si rimarginerà completamente entro il 2066.
Ovviamente questo è stato possibile grazie alla tempestività con cui si è accettato di bandire le sostanze nocive per l’ozono e ci dà un segno tangibile della possibilità di vietare anche altri agenti dannosi per il nostro Pianeta.
Se l’umanità è riuscita a fare a meno dei clorofluorocarburi per limitarne l’impatto ambientale potrebbe fare lo stesso anche per i combustibili fossili e i gas serra che stanno avvelenando la nostra Terra.