Direttamente dai laboratori Coreani arriva la carne coltivata in chicchi di riso. Questa nuova “scoperta culinaria” è data dalla necessità di abbattere quanto possibile le emissioni di CO2. Recentemente si sta pubblicizzando molto delle variazioni nella nostra praticamente perfetta dieta mediterranea. Si sta insistendo soprattutto su una dieta formata anche da insetti, che possono essere ineriti ad esempio all’interno della farina. Dunque, queste nuove diete, hanno come principale scopo quello di limitare l’impatto ambientale. L’inserimento di nuovi elementi come ad esempio gli insetti potrebbero abbassare il consumo di carne.
La carne coltivata in chicchi di riso
Sostanzialmente le cellule di muscolo bovino vengono fatte crescere all’interno dei chicchi di riso. Questo processo è fattibile grazie alla struttura porosa del riso, il quale offre sostegno e nutrimenti per le cellule al suo interno. In ogni chicco di riso troviamo un mix, poiché è presente anche una sorta di gelatina di pesce che ricopre il chicco per migliorare l’attecchimento finale. Nel processo finale bisognerà aspettare circa una decina di giorni di coltura in provetta, al fine di ottenere il riso di un colore rosa. Questo nuovo alimento, presenta l’8% in più di proteine e il 7% in più di grassi. Il prodotto finale risulta essere un alimento abbastanza “salutare”, in grado di preservare anche l’odore portando l’olfatto a percepire una sorta di miscuglio tra mandorle e carne bovina. La variante con più grasso invece, profuma di olio di cocco e burro.
Considerazioni finali
Questo nuovo piatto risulta molto più economico rispetto alla tradizionale carne bovina. Infatti ogni 100 grammi di proteine il riso comporta un’ emissione di circa 6 chili di CO2 rispetto ai 50 prodotti dalla carne tradizionale. Si tratta di una soluzione efficace per ridurre l’inquinamento prodotto dagli allevamenti. Purtroppo non si tratta certamente di un’ azione definitiva, per limitare il più possibile i danni ambientali bisogna ricorrere a una scelta più selettiva riguardo la destinazione del denaro. Già comprendendo quanto siano incredibilmente dannose al livello ambientale la quasi totalità delle multinazionali si farebbe un bel passo avanti. Ricordando loro che non basta cambiare il colore del logo per essere aziende più “green”.