Questi corpi celesti sono stati osservati da una rete di telescopi che ha analizzato le loro orbite per lunghi periodi. La scoperta dei satelliti, dopo un intervallo di vent’anni senza nuove aggiunte ai sistemi lunari di Urano e Nettuno, è stata resa possibile grazie all’utilizzo dei telescopi gemelli Magellano presso l’osservatorio di Las Campanas in Cile e al Subaru Telescope situato alle Hawaii. Scott Sheppard dell’Istituto Carnegie a Washington ha sottolineato l’importanza di un’elaborazione delle immagini altamente specializzata. Questa, infatti, ha permesso di individuare oggetti così deboli, permettendo di confermare in questo modo l’esistenza di questi tre nuovi astri. Tuttavia, al momento della scoperta, queste nuove lune
non hanno ancora ricevuto un nome definitivo.La luna orbitante intorno a Urano è attualmente identificata con la sigla S/2023 U1. Questa presenta un diametro di 8 chilometri e un periodo orbitale di 680 giorni terrestri. Seguendo le convenzioni stabilite dall’Iau (Unione Astronomica Internazionale), questa nuova luna di Urano, così come le altre 27 già conosciute, riceverà presto il nome di un personaggio tratto dalle opere di William Shakespeare.
Le due lune individuate attorno a Nettuno sono temporaneamente denominate con le sigle S/2002 N5 e S/2021 N1. Si prevede che, seguendo la tradizione, queste lune riceveranno nomi associati alle Nereidi, le ninfe marine della mitologia greca.
La scoperta di queste nuove lune aggiunge ulteriori dettagli al nostro sapere sul Sistema Solare. Questa scoperta sottolinea l’importanza della ricerca astronomica che è in grado di portare alla luce nuovi misteri e fenomeni nascosti nei confini dell’universo.