Continuano i test della guida autonoma sulla rete di autostrade italiana. È proprio Autostrade per l’Italia che conferma il proseguimento della sperimentazione di questa tecnologia
A luglio sono iniziati i primi test sull’A26 (da Voltri a Verbano-Cusio-Ossola), sulla quale un auto a guida autonoma ha percorso 20 km in un tratto senza gallerie. Verso la fine di ottobre i test sull’A26 sono andati avanti, questa volta il tragitto era di 30 km e passante per la galleria Valsesia. Nei prossimi mesi la sperimentazione di questa tecnologia proseguirà ulteriormente su un tratto di autostrada aperto al traffico. La macchina utilizzata per la sperimentazione è una Maserati MC20 Cielo, che è stata adattata per l’evenienza dal Politecnico di Milano.
A cosa servono tutti questi test sulla guida autonoma?
Autostrade per l’Italia ci spiega che questi test servono a comprendere con quale precisione il veicolo si localizza nel suo percorso. Per fare un esempio, rivelando la copertura satellitare del GNSS e la segnaletica verticale o orizzontale.
Movyon, il centro per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Autostrade per l’Italia, grazie a questi dati sarà capace di individuare le azioni e le tecnologie da introdurre nella rete autostradale. Ciò consente alla capacità delle auto di “leggere” la strada possa aumentare e di conseguenza garantendo una sicurezza aggiuntiva durante i viaggi. Parlando di “smart Road”, vi ricordiamo che Autostrade per l’Italia sta equipaggiando alcune tratte con una tecnologia in grado di segnalare al veicolo la presenza di pericoli come cantieri o code.
La sperimentazione su strade aperte al traffico avverrà nella galleria Valsesia. Delle antenne montate all’interno del tunnel consentiranno di verificare l’affidabilità del posizionamento di precisione del veicolo. Autostrade per l’Italia sta testando un nuovo sistema che permette al veicolo di comunicare con l’infrastruttura, con l’obiettivo di garantire la stessa qualità di guida autonoma anche in assenza del segnale satellitare.
Tutti questi progetti fanno parte del “Programma Mercury”, grazie alla quale l’azienda sperimenta e crea delle soluzioni avanzate per supportare la guida autonoma dei veicoli.