L’aumento esponenziale dei siti di notizie generati dall’AI, in numero superiore a 700, costituisce un’allarmante minaccia per la credibilità dell’informazione online.
Questi portali operano senza supervisione umana o con una supervisione limitata, diffondendo una vasta gamma di articoli generici in ben 15 lingue diverse.
Stiamo parlando di informazioni spesso fuorvianti o del tutto false su temi che spaziano dalla politica all’intrattenimento.
Con nomi apparentemente innocui quali iBusiness Day e Daily Time Update, i siti individuati diffondono informazioni ingannevoli che possono mettere in pericolo la correttezza dell’informazione online.
Questi portali, che operano su un modello di business basato sulla pubblicità programmatica, non subiscono alcun controllo sulla qualità o sulla veridicità del contenuto che veicolano. Ciò crea un circolo vizioso in cui la pubblicità viene visualizzata senza alcuna valutazione sulla verità del contenuto, incentivando così la proliferazione di tali siti.
Il modello di guadagno di questi siti che utilizzano l’AI mette a repentaglio la reputazione dei marchi che potrebbero involontariamente sostenere contenuti poco affidabili.
Tale fenomeno potrebbe continuare a diffondersi, alimentato da incentivi economici discutibili
In Italia, sono stati individuati oltre sessanta siti catalogati come ‘Uains‘ (Siti di Notizie e Informazioni Artificiali Non Affidabili). Questi portali includono siti come farantube.com e patrimoniovip.it, che hanno contribuito alla diffusione di notizie false e fuorvianti, minando così la fiducia del pubblico nell’informazione online.
Un caso esemplare è rappresentato da globalvillagespace.com, che di recente ha diffuso la falsa notizia del suicidio di un presunto psichiatra legato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Questo evento mette in evidenza il danno potenziale derivante da tali siti e sottolinea l’importanza di affrontare seriamente il problema della disinformazione online.
Insomma, il fenomeno dei siti di notizie generati dall’AI rappresenta una minaccia crescente per l’integrità dell’ecosistema mediatico globale.
È fondamentale che i marchi adottino misure concrete per escludere tali siti dalla loro pubblicità online.
Ma soprattutto che le autorità regolamentari sviluppino strategie efficaci per contrastare la diffusione della disinformazione.
Ciò sarà possibile solo attraverso un impegno collettivo al fine di proteggere il pubblico dagli effetti dannosi della propaganda e della manipolazione mediatica.