Cos’è che spinge molti degli scienziati ad effettuare ricerche spaziali? La ricerca della vita al di fuori di noi nell’universo. L’analisi seguente è proprio stata guidata da questo obiettivo. Uno studio guidato dall’Università di Princeton, negli Stati Uniti, e pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy“, ha rivelato risultati sorprendenti. I dati mostrano notizie sulla quantità di ossigeno prodotta sulla superficie ghiacciata di Europa, una delle lune di Giove.
Secondo le stime precedenti, si ipotizzava che Europa potesse produrre fino a 1.100 chilogrammi di ossigeno al secondo. Gli esperi invece adesso hanno ottenuto numeri che indicano che la quantità reale si aggira intorno a soli 12 chilogrammi al secondo. Si tratta di un valore notevolmente inferiore alle aspettative.
L’esperimento su Europa della NASA
Questi dati sono stati raccolti grazie alla sonda Juno della NASA, il cui compito è stato esteso fino alla fine del 2025. Il 29 settembre 2022, Juno ha effettuato un passaggio ravvicinato su Europa, sorvolando la superficie della luna di Giove a soli 353 chilometri di quota. Gli strumenti a bordo della sonda hanno consentito ai ricercatori di calcolare con maggiore precisione la quantità di ossigeno prodotta. Ciò ha portato alla scoperta dei 12 chilogrammi al secondo.
Tale notizia ha importanti implicazioni per la ricerca sulla vita potenziale all’interno dell’oceano di acqua liquida nascosto sotto la superficie ghiacciata di Europa. La riduzione delle condizioni adatte alla vita indica una maggiore difficoltà nel trovare forme di vita complesse in questo ambiente. I risultati dello studio forniscono informazioni cruciali in vista del passaggio della sonda Juice dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata il 14 aprile 2023. La sonda dovrebbe arrivare nei pressi di Europa nel 2032 e potrebbe fornire ulteriori dettagli sulla composizione atmosferica e sulla possibilità di vita nel satellite di Giove.
La superficie di Europa è soggetta a costanti bombardamenti di radiazioni che disgregano la crosta ghiacciata. Le molecole vengono scisse in atomi di idrogeno e ossigeno, che possono poi fuggire nello spazio o rimanere vicino alla superficie, contribuendo alla formazione dell’atmosfera di Europa. L’analisi sulla quantità di ossigeno sul satellite fornisce nuove prospettive sulla comprensione su questo corpo celeste e sulle sue potenziali implicazioni per la ricerca sulla vita extraterrestre.