Nelle ultime settimane abbiamo assistito all’approdo della nuova Intelligenza Artificiale di Google dal nome Gemini, un LLM davvero molto ampio e che prende vita nell’omonimo chatbot che offre tutti i servizi di cui potreste aver bisogno, dalla lettura di articoli fino alla stesura di testo di vario genere.
Una delle funzionalità che ha fatto molto discutere negli ultimi tempi è senza alcun dubbio quella legata alla generazione di immagini, la feature infatti è stata messa in blocco da Google a causa di alcuni problemi nella generazione delle immagini che portava Gemini ad offrire risultati storicamente sbagliati, ad esempio George Washington di colore.
Arriva l’ammissione
Ovviamente le segnalazioni non sono mancate a Google la quale è intervenuta bloccando immediatamente il generatore di immagini IA con la promessa di risolvere i problemi il prima possibile.
Sergey Brin, co-fondatore di Google e attualmente membro del consiglio di amministrazione a principale azionista, è intervenuto rilasciando delle dichiarazioni all’interno delle quali ha ammesso che effettivamente l’azienda ha commesso degli errori, dichiarazioni che paradossalmente sono arrivate qualche giorno dopo quelle di Sundar Pichai, CEO di BigG, nelle quali parlava del futuro dello strumento.
Nel dettaglio l’imprenditore ha parlato davanti ad un piccolo gruppo di imprenditori appassionati di tecnologia e di intelligenza artificiale alla AGI House di Hillsborough, in California, affermando che il suo generatore di immagini è stato lanciato troppo frettolosamente non effettuando i test necessario ad un lancio perfetto e in grado di garantirne il funzionamento.
Il risultato come avete visto è stata la generazione di immagini distorte che hanno fato finire Gemini nell’occhio del ciclone, fino alla sua momentanea dismissione dal mondo delle immagini generate, Brin ha però sottolineato che si tratta di un passaggio obbligato che tutte le compagnie coinvolte nel mondo dell’IA hanno dovuto affrontare per perfezionare i loro LLM, da ChtGPT a Grok di Musk.