L’annuncio di Meta, la società madre di piattaforme come Facebook, Whatsapp, Instagram, di introdurre una commissione del 50% sugli acquisti di asset digitali all’interno del “metaverso“, ha scatenato un acceso dibattito sul futuro di questa tecnologia e sulle politiche di monetizzazione delle grandi piattaforme digitali.
L’intenzione di applicare una tariffa così elevata ha suscitato numerose critiche, soprattutto considerando che Meta stessa ha accusato Apple di applicare tasse ingiuste tramite l’App Store. Questa mossa da parte della casa madre di Facebook sembrerebbe quasi ipocrita dopo le dichiarazioni passate e ha portato giustamente la Apple ad evidenziare il proprio disappunto.
Meta ha anche annunciato nuove modalità per permettere ai creatori di guadagnare denaro dal “metaverso”, incluso il supporto per la vendita di NFT (token non fungibili) tramite la piattaforma Horizon Worlds. Tuttavia, la commissione del 47,5% applicata su queste transazioni ha innalzato ulteriori domande sulla equità e sulla sostenibilità di questo modello economico.
Il dirigente Meta, Vivek Sharma, ha difeso la commissione del 50%, definendola “competitiva nel mercato” e ha sottolineato che altre piattaforme hanno diritto alla loro quota di profitto. D’altra parte, molti osservatori ritengono che questa mossa possa danneggiare l’adozione e l’accettazione del “metaverso”
Questa nuova strategia solleva anche dubbi sulla sostenibilità economica del “metaverso” come un’opportunità di business a lungo termine per Meta. Con commissioni elevate che scoraggiano la partecipazione e riducono il volume delle transazioni, potrebbe diventare difficile per la società giustificare gli investimenti massicci effettuati in tale tecnologia. C’è tutto il potenziale per rendere il “metaverso” parte integrante del nostro futuro digitale, ma ci sono ancora troppe sfide da superare e metodi come questi non fanno altro che rallentarne il processo di inserimento.