Negli ultimi due mesi, due audaci tentativi di atterraggio sulla superficie lunare hanno catturato l’attenzione degli scienziati e degli appassionati dello spazio. Entrambi, però, hanno avuto un finale simile. I lander, una volta toccato il suolo della Luna, hanno perso la loro stabilità e sono crollati. Il motivo? Non si sa. Gli esperti continuano ad interrogarsi sul motivo di tali incidenti.
Il lander Odysseus della NASA, sviluppato dalla compagnia spaziale Intuitive Machines di Houston, ha effettuato un’inaspettata caduta laterale. Atterrato sulla Luna tutti erano in visibilio per il successo, finché non ha ceduto inchinandosi sotto il peso della gravità. Questa performance, deludente per gli scienziati, sembra essere stata influenzata dalla particolare struttura del lander
, alto più di
4 metri e munito di pannelli solari. Anche con tutta la sua imponenza, il lander si è rivelato troppo fragile per sopportare il proprio peso e quindi semplicemente non ce l’ha fatta.
Davvero non sanno come i lander cadano sulla Luna?
A complicare ulteriormente la situazione e a far porre ulteriori domande è l’assenza di dati critici. Gli strumenti laser destinati alla misurazione dell’altitudine hanno smesso di funzionare durante la discesa, lasciando il lander in una deriva laterale senza possibilità di correggere la traiettoria. Secondo il CEO di Intuitive Machines, Steve Altemus, se i range-finder laser avessero funzionato correttamente, l’atterraggio sarebbe stato perfetto. Forse.
Ma perché i lander cedono sotto il proprio peso sulla Luna? Gli esperti suggeriscono che la gravità lunare e le peculiarità del suolo lunare rendano ogni atterraggio un’impresa molto più delicata rispetto alla Terra. L’ex ingegnere della NASA, Philip Metzger, ha spiegato su social media che l’ambiente lunare predispone maggiormente al ribaltamento, richiedendo che i supporti dei lander siano progettati con un’ampiezza maggiore per garantire una stabilità sufficiente.
Gli incidenti dei lander lunari evidenziano le sfide uniche che gli scienziati devono affrontare quando si tratta di esplorare altri mondi. La ricerca continua imperterrita per comprendere esattamente cosa sia andato storto. C’è ancora del lavoro da fare per arrivare alla perfezione tecnologica per non replicare l’episodio accaduto che diciamocelo, ha fatto dubitare molti, magari ignari delle complicazioni non calcolabili.