Il neutrino, una particella subatomica con carica elettrica neutra, è una delle entità più misteriose e affascinanti dell’universo. Appartenente alla famiglia dei fermioni e al gruppo dei leptoni, il neutrino ha catturato l’interesse degli scienziati fin dai primi anni del XX secolo. Illustri fisici come Wolfgang Pauli ed Enrico Fermi hanno previsto la sua esistenza. Solo dopo, però, è stata confermata nel corso di esperimenti condotti.
Uno degli aspetti più intriganti del neutrino è la sua massa. Fino a poco tempo fa, la comunità scientifica non sapeva se avesse una massa apprezzabile o se fosse del tutto privo di essa. Ora, grazie ai progressi della tecnologia e alla realizzazione di esperimenti sempre più sofisticati, gli scienziati hanno iniziato a gettare luce su questo enigma.
Quanto pesa quindi un neutrino?
Uno dei più importanti esperimenti eseguiti per misurare la massa del neutrino è stato il KATRIN (KArlsuhe TRItium Neutrino experiment), eseguito presso il Karlsruhe Institute of Technology in Germania. Utilizzando un isotopo radioattivo di idrogeno noto come trizio, i ricercatori hanno analizzato il decadimento beta e misurato l’energia degli elettroni generati. Dai risultati di questo studio è emerso un limite superiore alla massa di circa 0,8 elettronVolt.
Anche dopo i progressi compiuti con il KATRIN, restano ancora molte domande aperte riguardo alla massa del neutrino. Al workshop NuMass 2024 tenutosi a Genova, i ricercatori hanno discusso gli ultimi sviluppi nella ricerca sulla massa e gli approcci alternativi per misurarla. Alcuni scienziati hanno sollevato la preoccupazione che il neutrino potrebbe essere molto più leggero di quanto rilevato dal KATRIN, rendendo necessario lo sviluppo di nuove tecniche di misurazione. Un approccio discusso a Genova coinvolge l’uso dell’isotopo radioattivo dell’olmio-163 per la “cattura di elettroni“, che potrebbe consentire misurazioni più precise della massa del neutrino.
Hanno anche presentato un altro metodo che prevede invece l’utilizzo di trizio a bassa densità in un campo magnetico per intrappolare gli elettroni del decadimento beta. Questa tecnica potrebbe portare a una maggiore sensibilità nella misurazione della massa del neutrino, con la possibilità di raggiungere valori fino a 0,04 elettronVolt. Ad ora queste restano teorie, solo con altri esperimenti e sviluppi tecnologici gli scienziati riusciranno finalmente a svelare il mistero legato a questa particella, fondamentale per comprendere l’universo.