Orca uccide uno squalo bianco in meno di due minuti e gli scienziati hanno paura. Un’orca, battezzata Starboard per la sua pinna dorsale piegata a destra, ha mostrato al mondo la sua straordinaria abilità predatrice catturando e uccidendo un giovane squalo bianco in meno di due minuti. Tuttavia c’è un grande problema. Questo evvento potrebbe rivelare una svolta ecologica nelle profondità marine. L’episodio, testimoniato nell’ambito di una ricerca pubblicata di recente, getta luce su un comportamento predatorio che sembra sconvolgere l’equilibrio degli abitanti dell’oceano intorno al Capo di Buona Speranza.
Gli squali bianchi, temuti predatori al vertice della catena alimentare marina, sono ora le prede di un cacciatore ancora più formidabile, che seleziona con chirurgica precisione i loro fegati ricchi di nutrienti, lasciando il resto del corpo a disperdersi nelle correnti. Questa pratica non solo allontana gli squali da alcune zone costiere ma potrebbe anche segnalare un cambiamento più ampio nell’ecosistema marino
.La caccia all’orca sottolinea un’inquietante e affascinante realtà: il delicato equilibrio della vita marina sta subendo trasformazioni che potrebbero avere ripercussioni ben oltre le acque in cui si verificano. La coppia di orche, Starboard e Port, nomi ispirati alle direzioni delle loro pinne dorsali curvate, ha segnato le acque sudafricane con le loro tattiche di caccia sin dal 2017. La loro presenza e il loro successo nella caccia agli squali bianchi gettano nuove domande sull’impatto delle attività umane, come il cambiamento climatico e la pesca industriale, sugli equilibri naturali degli oceani. La ricerca di risposte e la comprensione delle dinamiche in gioco richiedono ulteriori studi, ma una cosa è chiara: le orche stanno ridefinendo il concetto di predatore al vertice, dimostrando una volta di più la complessità e l’adattabilità della vita marina.