L'odissea della Starship: dal decollo al tragico epilogo nell'Oceano Indiano
L’odissea della Starship: dal decollo al tragico epilogo nell’Oceano Indiano

La compagnia spaziale americana SpaceX ha confermato la perdita della navicella spaziale Starship durante il suo rientro nell’atmosfera terrestre mentre scendeva verso la Terra.

Durante la diretta video della compagnia del miliardario Elon Musk, un commentatore ha annunciato il fatto, sottolineando che “la nave è andata perduta“, e ha aggiunto che non ci sarebbe stato alcun atterraggio in quella giornata. Inizialmente, il piano di volo prevedeva che la navicella completasse la sua rotta nell’Oceano Indiano.

 

La tragica perdita della Starship di SpaceX

Nonostante il terzo volo di prova dell’enorme razzo abbia visto la perdita della navicella durante il suo rientro, la compagnia spaziale americana, di proprietà di Elon Musk, ha espresso soddisfazione per aver raggiunto nuovi traguardi. Durante la diretta video della compagnia, seguita da più di tre milioni di persone, un commentatore ha affermato che la Starship non aveva mai viaggiato così lontano e così velocemente. Con i suoi 120 metri di altezza, Starship è il razzo più grande e potente del mondo.

Il decollo è avvenuto dalla base spazialeStarbase” di SpaceX a Boca Chica, nel sud del Texas, dove i primi due test terminarono lo scorso anno con spettacolari esplosioni. Il razzo ha effettuato quasi metà giro della Terra prima di perdere comunicazioni mentre rientrava nell’atmosfera. Il lancio ha consentito di raggiungere alcuni traguardi chiave nello sviluppo del veicolo, secondo il New York Times, e potrebbe alterare il futuro del trasporto spaziale e aiutare la NASA a riportare gli astronauti sulla Luna.

Starship è composta da due stadi: lo stadio di propulsione Super Heavy e lo Starship sopra di esso, che dà il nome all’intero razzo. I due stadi si sono separati con successo pochi minuti dopo il decollo. Tuttavia, il Super Heavy non è riuscito a atterrare dolcemente nel Golfo del Messico, subendo un “atterraggio duro“. La navicella ha continuato la sua rotta per circa un’ora, oltrepassando i confini dello spazio e raggiungendo un’altitudine di oltre 200 km.

 

Navigando le tempeste celesti

SpaceX mira a rendere sia il razzo inferiore del veicolo che lo stadio superiore in grado di volare più volte, al contrario dei razzi a lancio singolo utilizzati per gran parte dell’era spaziale. Durante il rientro nell’atmosfera terrestre, la navicella era illuminata da plasma arancione, spinta dal calore causato dall’attrito. Questo test è stato la prima volta che SpaceX ha testato l’efficacia dello scudo termico della navicella, composto da 18.000 piastrelle nere, durante un volo del genere.

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