Nonostante egli abbia precedentemente rivendicato il titolo di Satoshi Nakamoto, il giudice ha sancito, dopo otto anni di controversie, che Wright non è la mente dietro la più celebre criptovaluta al mondo. L’annuncio ufficiale è stato reso pubblico da Jack Dorsey su una piattaforma di social media, sostenendo l’organizzazione che ha portato avanti il caso legale contro Wright.
Secondo quanto dichiarato dal giudice, le prove presentate da Wright non sono risultate convincenti. Suddette prove, infatti, non sono sufficienti per attribuirgli il ruolo di autore del whitepaper del Bitcoin. Dunque, non è Craig Wright l’uomo che si è celato dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto tra il 2008 e il 2011. Dorsey, nel suo tweet, ha dichiarato che durante il processo è stato chiarito che Wright non è stato coinvolto in alcun modo nella creazione del sistema Bitcoin. Inoltre, è stato escluso che sia l’autore
delle prime versioni del software.Queste sono le prime informazioni rilasciate riguardo al processo. La sentenza definitiva riserva ulteriori dettagli che sarà possibile analizzare solo quando verranno esposti nella versione scritta della decisione. Questa verrà depositata nei prossimi giorni.
Ad ogni modo, è importante mettere in evidenza quanto questa decisione giudiziaria sia di particolare rilevanza. Anche se la sentenza ha risolto la questione riguardo Wright, allo stesso tempo getta una serie di dubbi. Con gli ultimi eventi aumenta ulteriormente il mistero riguardo all’identità vera e propria di Satoshi Nakamoto, il genio anonimo dietro la creazione della criptovaluta più nota a livello mondiale. Nel corso degli anni, numerose teorie e speculazioni hanno cercato di identificare chi potesse essere Nakamoto. Finora nessuna ipotesi è stata confermata in modo definitivo. La sua identità rimane segreta, contribuendo a mantenere viva l’intrigante leggenda dietro il più grande fenomeno della finanza digitale.