Attualmente, la maggior parte dei paesi del mondo non vieta l’uso di software stalkerware, che spesso vengono promossi per la protezione da furti o come strumenti di controllo genitoriale. È importante sottolineare che l’installazione di tali software su dispositivi altrui senza il loro consenso costituisce una chiara violazione della legge e può essere perseguita penalmente. Nonostante ciò, il numero di individui che scelgono di utilizzare stalkerware per controllare segretamente i propri partner è in costante aumento, alimentando una pericolosa dinamica di violenza. Ad esempio, in Italia il 14% dei soggetti intervistati da Kaspersky ha affermato di essere stato, almeno una volta, vittima di stalking online
.Emma Pickering, portavoce di Refuge, ha commentato le statistiche allarmanti evidenziate nel rapporto, che mostrano come la tecnologia si sia trasformata in uno strumento particolarmente prediletto dagli aggressori per perpetrare abusi di vario genere. Pickering ha inoltre sottolineato che spesso l’abuso tecnologico non si limita all’uso di stalkerware, ma coinvolge anche altre tecnologie per causare maggiore sofferenza e disagio per le vittime.
In questo contesto, diventa cruciale che le aziende del settore tecnologico si impegnino attivamente nella creazione di strumenti e sistemi che proteggano gli utenti che li impiegano, così come anche le terze parti coinvolte e che potrebbero essere colpite da un uso improprio della tecnologia. È essenziale sviluppare soluzioni in grado di rilevare e prevenire l’installazione e l’utilizzo di stalkerware, così come educare gli utenti sull’importanza del consenso e della privacy digitale. Solo attraverso un impegno congiunto delle autorità, delle aziende e della società nel suo complesso sarà possibile contrastare efficacemente il fenomeno sempre più diffuso dello stalking digitale e proteggere le vittime da gravi conseguenze fisiche e psicologiche.