La decisione di Meta di chiudere Facebook News, la sezione dedicata agli editori sul social network, in Australia e negli Stati Uniti, ha scosso il mondo delle notizie e dei giornali. Questa mossa è un ulteriore passo indietro per Meta nel settore delle notizie, dopo la dismissione di Instant Articles e CrowdTangle nei mesi scorsi.
Facebook News è stato lanciato nel 2019 con l’obiettivo di diventare una sorta di editore per gli editori stessi, dando agli utenti una vetrina per le notizie provenienti da fonti affidabili e verificate. Nonostante gli sforzi degli editori per conformarsi agli standard di Facebook, la piattaforma ha dovuto affrontare crescenti critiche riguardo alla diffusione della disinformazione sui social media. Ciò ha portato Meta a prendere la scelta di disimpegnarsi quasi totalmente dal mercato editoriale.
La disinformazione vince su Facebook News
La diffusione di informazioni false o fuorvianti, si è radicata profondamente nella struttura stessa di Facebook. I suoi effetti negativi minano la fiducia del pubblico nelle istituzioni e nei media tradizionali, alimentando la diffidenza. Le notizie fasulle sui social possono addirittura influenzare le opinioni e persino le decisioni politiche, compromettendo così il funzionamento stesso della democrazia. Se già nella home, le teorie complottistiche e le notizie piovute dal nulla girano ogni giorno, la sezione notizie, in teoria affidabile, non poteva continuare ad esistere ed alimentare le fake news.
Gli editori che hanno investito tempo e risorse nella partecipazione a Facebook News si trovano ora di fronte a una situazione difficile. Molti siti di news avevano orientato le proprie strategie editoriali verso questa piattaforma, sperando di ottenere un aumento del traffico e delle visualizzazioni. La chiusura li lascia ora senza uno strumento con cui comunicare, in un momento in cui il settore delle notizie richiede più portali possibili.
La decisione di Meta porta ad interrogarsi sul futuro della distribuzione delle notizie sui social media e sull’equilibrio tra responsabilità editoriale e libertà di espressione. Gli editori devono ora trovare nuove strategie per raggiungere il loro pubblico e mantenere la loro rilevanza nel panorama mediatico digitale.