Negli ultimi anni, si è acceso un acceso dibattito sull’utilizzo delle rappresentazioni digitali delle celebrità senza il loro consenso, sia durante la loro vita che, soprattutto, dopo la loro scomparsa. Zelda Williams, regista di Lisa Frankenstein e figlia di Robin Williams, ha criticato questa pratica definendola “disturbante”. Attualmente, numerosi attori stanno combattendo per ottenere migliori protezioni contro l’utilizzo non autorizzato della propria immagine da parte degli studi, specialmente attraverso cloni generati tramite intelligenza artificiale.
Quali sono le preoccupazioni e punti forza che questa intelligenza artificiale può dare?
Nonostante le chiare preoccupazioni etiche, le aziende continuano a perseguire questa prassi, come dimostra l’ultima creazione di Soul Machines: “Digital Marilyn”, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale progettato per replicare esattamente le sembianze e la voce di Marilyn Monroe. Soul Machines, specializzata nella creazione di personalità digitali alimentate da Intelligenza Artificiale Biologica, ha presentato il bot Digital Marilyn al SXSW. Per realizzare questo chatbot, l’azienda ha collaborato con Authentic Brands Group (ABG), detentrice dei diritti d’immagine di celebrità come Monroe, Elvis Presley e Shaquille O’Neal.
Digital Marilyn, alimentata da GPT 3.5, è descritta come “iper-reale” e capace di rispondere con “emozioni ed espressioni sfumate”, rendendola in grado di sostenere conversazioni di circa 20 minuti. Soul Machines ha sottolineato che Digital Marilyn è molto più di una semplice imitazione impressionante, definendola una “Persona Digitale autonoma” capace di intrattenere conversazioni naturali e dinamiche.
Va notato che le altre celebrità AI offerte dall’azienda, come Mark Tuan, Francis Ngannou e Jack Nicklaus, sono uomini vivi che possono esprimere il loro consenso, un dettaglio significativo quando si parla di artisti deceduti la cui immagine è “proprietà di un’azienda”. Curiosamente, l’introduzione di Digital Marilyn è avvenuta tramite un post su Instagram per la Giornata Internazionale della Donna, suscitando domande sulla coerenza con l’idea di celebrare le donne attraverso l’utilizzo dell’immagine di una celebrità femminile che non può più esprimere il suo consenso.