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Le monete da 2 centesimi costano più di quelle da 5

Le monete come i centesimi e i nichelini, sebbene siano spesso trascurate e considerate di poco valore, sono ancora in circolazione e svolgono un ruolo importante nelle transazioni quotidiane. Questo fenomeno è radicato non solo nella percezione del pubblico, ma anche nella realtà economica che circonda la loro produzione e distribuzione. Le monete di basso valore, nonostante siano realizzate con una lega di metalli come rameargento e manganese, spesso costano più del loro valore nominale da produrre. Questo crea un disavanzo apparentemente insignificante, ma cumulativo nelle casse dello stato.

Il costo di produzione di queste monete varia notevolmente da paese a paese, in relazione al sistema economico e al valore della valuta locale. Secondo le dichiarazioni ufficiali delle banche centrali, il costo di produzione è influenzato da molteplici fattori, tra cui i prezzi dei metalli, l’inflazione e le condizioni di mercato.

Quanto costa produrre le monete da 2 e 5 centesimi

Un fattore che contribuisce a questo aumento dei costi è il fatto che le monete moderne raramente sono fatte di metalli preziosi come l’oro. Questo, tuttavia, non riduce il costo di produzione, poiché i metalli utilizzati nelle leghe possono essere soggetti a fluttuazioni di prezzo sul mercato globale.

Negli Stati Uniti

, l’aumento dei costi ha portato a un’impennata della spesa per la produzione di ogni singolo centesimo e nichelino. Attualmente, la produzione di un centesimo costa alla banca centrale statunitense più del doppio del suo valore nominale, mentre per un nichelino, equivalente a 5 centesimi di dollaro, il costo supera di gran lunga il suo valore. Questa situazione ha attirato l’attenzione del Congresso degli Stati Uniti, che ha discusso la possibilità di ridurre la produzione di monete di basso valore per mitigare le perdite finanziarie.

Anche nell’Unione Europea, il costo di produzione dei centesimi è considerevolmente superiore al loro valore nominale. Questo ha portato la produzione di monete da 1 e 2 centesimi interrotta dal 1 gennaio 2018. La situazione è simile nel Regno Unito, dove la produzione di un penny comporta un costo significativo per la banca centrale britannica.

In un’epoca sempre più dominata dalle transazioni digitali, la riduzione della produzione di monete di basso valore potrebbe essere considerata una scelta strategica. Resta da affrontare il dilemma di bilanciare l’efficienza economica con la necessità di mantenere una gamma diversificata di mezzi di pagamento fisici.

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Pubblicato da
Margareth Galletta