L’entusiasmo di Google per l’attesissimo arrivo del I/O del 2024 è stato smorzato da una questione alquanto spinosa. Il gigante di Mountain View è diventato protagonista di una serie di critiche, mentre l’antitrust francese ha inflitto all’azienda una multa da 250 milioni di euro.
L’Autorité de la Concurrence ha pubblicato un comunicato stampa nel quale è stato espresso il motivo dietro questa sanzione: l’uso non autorizzato di contenuti provenienti dai giornali francesi. Questi dati sarebbero poi stati utilizzati per addestrare il chatbot Gemini. Questo tipo di pratica è ritenuta un grave abuso di posizione e una violazione delle normative antitrust ed è per questo che l’azienda è stata multata.
Google multata per l’AI
L’intervento dell’antitrust ha complicato ulteriormente la posizione di Google. Scavando a fondo è stato evidenziato che la raccolta non autorizzata di contenuti giornalistici per l’addestramento dell’AI è iniziata già nel 2019. Tutto questo ha sollevato non pochi interrogativi sull’etica dell’azienda di Mountain View.
Dopo i provvedimenti emanati, Google ha scelto di non combattere e ha optato per una soluzione extragiudiziale stipulando un accordo con le autorità francesi. Il colosso della tecnologia non ha contestato le accuse mosse. Ha ha deciso di cooperare e risolvere la questione senza alzare un ulteriore polverone.
Oltre a procedere con il pagamento della multa, Google ha proposto anche una serie di misure correttive. Queste avranno lo scopo di prevenire future violazioni e ristabilire nuovamente la fiducia sul suo operato. Un maggiore monitoraggio e controllo dei dati per l’addestramento dell’AI potrebbe essere un primo passo in questa direzione. Inoltre, l’azienda di Mountain View sta mostrando il suo impegno nel revisionare le politiche interne sulla raccolta e sull’uso dei contenuti giornalistici.
Google si sta preparando ad affrontare le conseguenze del suo operato, ma la questione va ben oltre. Questo particolare caso ha sollevato una serie di questioni di natura etica e legale. Gli interventi svolti nei confronti di Google potrebbero rappresentate un punto di svolta per tutte le grandi società tecnologiche, soprattutto quelle che trattano di contenuti editoriali. Lo scopo è quello di spingere le aziende verso una maggiore trasparenza e responsabilità nel settore.