L’installazione nel cervello di un essere umano del primo dispositivo Neuralink, controverso progetto di Elon Musk, è stato annunciata dal suo stesso creatore all’inizio dell’anno, all’interno della prima sperimentazione clinica dell’azienda. Ora un video condiviso dalla stessa azienda mostra gli aggiornamenti del progetto. Possiamo vedere, all’interno del video, una breve dimostrazione pubblica dell’interfaccia cervello-computer (BCI) nel pieno svolgimento di un’azione, tutto questo in diretta attraverso il profilo X.
Il paziente selezionato dal test si chiama Nolan Arbaugh, ha 29 anni ed è rimasto paralizzato dal collo in giù causato da un grave incidente subacqueo avvenuto otto anni fa. Nel video, Arbaugh racconta che dopo aver ricevuto l’impianto – operazione che lui stesso da definito molto semplice – ha dovuto imparare a distinguere la differenza tra movimento immaginato e movimento tentato per riuscire a controllare nella miglior maniera possibile il cursore sullo schermo.
Un ingegnere di Neuralink accompagna Arbaugh nella clip, mostrando il livello di interazione raggiunto. Il funzionamento del BCI è evidente, permettendo al paziente di muovere un cursore sullo schermo di un computer portatile e persino di mettere in pausa un lettore musicale.
Ma non finisce qui: il primo paziente del progetto Neuralink ha inoltre rivelato di poter giocare a scacchi e persino a Civilization VI, facendo cose che prima sarebbero state impossibili. Fornisce inoltre i dettagli sulla batteria integrata nel dispositivo, che offre circa 8 ore di autonomia prima di dover essere messa in ricarica. Arbaugh si dice soddisfatto del test, e condivide una valutazione positiva sulla sua esperienza con l’impianto cerebrale, lasciando ad intendere di aver avuto, però, problemi iniziali non meglio specificati.
Prima di lui, Neuralink aveva condotto altri test ma solo su animali, pratica che aveva inserito l’azienda nella lista nera della comunità animalista internazionale e che è stata oggetto di indagini federali. Il successo raggiunto con Arbaugh, tuttavia, lascia intravedere il potenziale significativo per il futuro dell’interfaccia cervello-computer e delle sue applicazioni tecnologiche e biomediche.
Questi nuovi traguardi di connettività tra uomo e macchina aprono scenari entusiasmanti e futuristici. Potrebbero portare ad una qualità migliorata della vita per milioni di persone affette da gravi disabilità motorie o neurologiche, offrendo loro un modo per comunicare e interagire con il mondo esterno. Ma nonostante l’entusiasmo, dobbiamo comunque procedere con cautela, e ricordare le implicazioni etiche e sociali che tali tecnologie possono andare ad inficiare. E’ giusto garantire che tali innovazioni siano accessibili a tutti coloro che ne possono trarre beneficio, ed evitare che diventino l’ennesimo motivo di disparità sociale e di mancanza di rispetto nei diritti umani fondamentali.