Tra le disposizioni che destano maggiore malcontento vi è l’introduzione dell’obbligo per gli autisti NCC di osservare un intervallo di almeno un’ora tra un cliente e l’altro. Questo vincolo temporale appare eccessivo e irragionevole. In Europa, il tempo medio di attesa per i servizi di trasporto è di circa 5 minuti. Questo vuol dire che, portare i tempi di attesa ad un’ora, comporterebbe un aumento pari al 1.100% rispetto agli standard europei. Tale disposizione, che non sembra avere una giustificazione logica, andrebbe a penalizzare gli operatori del settore così come i cittadini italiani. Quest’ultimi sarebbero costretti ad attendere tempi di attesa sproporzionati rispetto ai loro omologhi europei.
Un ulteriore dettaglio potenzialmente preoccupante riguarda la proibizione per gli NCC di concordare servizi di trasporto con partenza da luoghi diversi dalla rimessa. Un vincolo di questo tipo potrebbe ridurre drasticamente la flessibilità, e di conseguenza la convenienza, del servizio offerto. In questo modo prenotare e utilizzare un mezzo di trasporto privato diventerebbe più complesso e meno conveniente.
La questione non è stata dibattuta solo in Italia. Anche il CEO di Uber, Dara Khosrowshahi, ha espresso il suo dissenso verso le proposte del Governo italiano. Secondo quando dichiarato da Khosrowshahi, infatti, misure di questo tipo sono pericolose perché danneggiano il settore in questione, ma anche i suoi consumatori che fanno affidamento sul servizio di mobilità urbana.
Proprio per questo, Khosrowshahi insiste, sottolineando l’importanza di politiche che favoriscano la mobilità sostenibile piuttosto che intralciarla. Con la disputa che diventa sempre più aspra è fondamentale proporre un confronto aperto e costruttivo tra tutte le parti interessate. Solo in questo modo è possibile trovare soluzioni in grado di conciliare gli interessi di tutti e garantire una mobilità efficiente ed accessibile per i cittadini italiani.