Uno studio condotto qualche giorno fa da un team di ricercatori della conosciuta Stanford University, in collaborazione con esperi nel campo digitale chiamato “Notbad AI“, ha portato come risultato alla creazione di un modello di un nuovo intelligenza artificiale. Chiamato Quiet Self-Taught Reasoner, o anche Quiet-STaR, questa IA è capace di pensare prima di dare una qualsiasi risposta.
L’obiettivo dietro il progetto dell’intelligenza artificiale era quello di riuscire a sviluppare una tecnologia che sapesse simulare nel modo più accurato possibile il processo del pensiero umano quando si prende una qualche decisione. Il processo prevede prima una fase di contemplazione o di ragionamento, una sorta di monologo interiore che faccia comprendere se una risposta sia giusta o sbagliata. In questo modo, l’intelligenza artificiale avrebbe dovuto rispondere in maniera più accurata e ponderata, piuttosto che robotica.
Come hanno creato l’intelligenza artificiale pensante
Per raggiungere lo scopo prefissato, i ricercatori hanno addestrato l’intelligenza artificiale Quiet-STaR inserendo circa sette miliardi di parametri. Il modello che hanno progettato non solo imparare per ragionare autonomamente, ma anche per avere monologhi interiori. Non bastava che il nostro cervello umano fosse sottoposto allo stress di essere continuamente attivo, anche oltre i limiti, ora anche l’intelligenza artificiale vive la stessa sorte.
La Quiet-STaR, dopo la sua risposta, riesce a spiegare il suo ragionamento, facendo comprendere come sia effettivamente giunta a quella conclusione. In tal modo gli esperti possono capire quale sia stato il percorso del suo processo decisionale. L’intelligenza artificiale non ha ancora superato la cosiddetta fase di revisione paritaria, ma i risultati avuti fino ad ora sono molto incoraggianti, quindi si suppone che si giungerà presto allo step successivo. Il modello è stato accurato nel 47,2% dei casi sperimentati, un netto miglioramento in considerazione rispetto alle altre IA non aventi il “ragionamento” interiore, che si attestano sul 36,3%.
Lo studio promette ora futuri progetti che porteranno la crescita dell’intelligenza artificiale a livelli mai sognati, se non nei film fantascientifici dove erano capaci di comprendere gli umani stessi. Sono ancora da considerare alcune sfide come la comprensione del buon senso e del contesto umano, tuttavia dati i rapidi progressi non sorprenderebbe che gli scienziati riescano a trovare in breve una soluzione.