Una delle principali novità introdotte dal decreto riguarda il coordinamento territoriale. Questo interviene per limitare l’autonomia dei singoli Comuni quando si tratta di scegliere i luoghi dove verranno installati gli autovelox. Secondo la nuova normativa le postazioni ora verranno selezionate tramite un accordo tra tutti gli enti territoriali per evitare che possano crearsi sovrapposizioni, garantendo un controllo efficace sulla velocità su tutto il territorio nazionale.
Questo intervento, per quanto utile e sensato, ha però bisogno di uno strumento che eviti che la decisione possa essere bloccata perché Comune e Provincia non riescono a concordarsi. Scenario questo che risulta più che certo in caso in cui i due enti siano di fazioni politiche opposte
.Il decreto, inoltre, introduce una serie di criteri molto più rigorosi per quanto riguarda l’installazione degli autovelox. Questa ora viene consentita solo in casi ben definiti come quando viene riscontrato un elevato tasso di incidenti legati alla velocità o nei casi in cui è impossibile di contestare subito le infrazioni.
E c’è di più. Al momento della contravvenzione potranno essere aggiunte spese accessorie solo se previste dal decreto stesso. Negli altri casi non sarà possibile farlo. Il decreto impone anche una serie di restrizioni sulla distanza tra le postazioni di controllo e i segnali di limite di velocità. Questo sistema si pone l’obiettivo di garantire una maggiore trasparenza riducendo anche il rischio di contestazioni da parte dei conducenti.
Seguendo quanto detto, sembra che il nuovo decreto possa portare ad una diminuzione del numero di autovelox presente lungo le strade, soprattutto nelle aree urbane e in alcune aree extraurbane. Questo scopo, oltre a garantire un maggiore rispetto delle norme mira anche a ridurre il numero di multe contestate o ingiuste.