Dentro il carico della navicella Dragon di SpaceX, c’è un piccolo satellite delle dimensioni approssimative di una scatola da scarpe. Si tratta di BustCube, e si sta dirigendo verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il suo obiettivo è lo studio delle esplosioni più potenti dell’Universo. Una volta arrivato sulla ISS, afferma la NASA, verrà disimballato e poi rilasciato nell’orbita stabilita per cercare short gamma-ray burst, ovvero lampi di raggi gamma di breve durata e altissima energia.
La missione di Burstcube
Gli short gamma-ray burst sono lampi di energia luminosa di intensità estrema, con centinaia di migliaia di elettronvolt, che solitamente durano meno di 2 secondi. Solitamente si verificano dopo lo scontro tra stelle di neutroni, residui di stelle massicce dopo il collasso gravitazionale. Questo fenomeno può anche provocare onde gravitazionali e la produzione di elementi pesanti come lo iodio, cruciale per la vita come la conosciamo.
Dall’evento GW170817 nel 2017, il crescente interesse nello studio delle onde gravitazionali ha spinto alla creazione di BurstCube per rilevare, localizzare e studiare gli short gamma-ray burst su una vasta porzione del cielo, aumentando le probabilità di osservazioni congiunte di onde gravitazionali. BurstCube è un satellite cubico capace di rilevare raggi gamma con energie da 50mila a 1 milione di elettronvolt, mentre la luce visibile misura dai 2 ai 3 elettronvolt.
Quando un raggio gamma viene catturato da uno dei quattro rilevatori di BurstCube, attraversa uno scintillatore di ioduro di cesio, convertendosi in luce visibile. Questa luce passa attraverso 116 fotomoltiplicatori di silicio, trasformandosi in un impulso elettrico. BurstCube provvede a misurare questo impulso, fornendo agli scienziati informazioni sull’energia e il tempo del raggio gamma al momento della rilevazione, oltre a tracciare la sua direzione di provenienza.
Aumentare le probabilità di studio
“I rilevatori di BurstCube sono orientati per rilevare e localizzare eventi su un’ampia area del cielo”, ha dichiarato Israel Martinez, ricercatore e membro del team BurstCube. “Le attuali missioni di ricerca dei raggi gamma possono coprire solo il 70% del cielo in qualsiasi momento a causa dell’ostacolo della Terra. Aumentare la nostra copertura con satelliti come BurstCube aumenterà le probabilità di catturare più lampi coincidenti con le rilevazioni di onde gravitazionali”.