Cani contro ratti: la crudeltà degli "spettacoli" del medioevo

Il Medioevo, un’epoca oscura della storia dell’umanità. Tra le strade brulicanti della Londra antica e le piazze, si svolgevano pratiche inumane, malvage, crudeli per puro scopo di lucro. Parliamo di una pratica in particolare conosciuta come “rat-baiting”, la lotta contro i ratti. Uno spettacolo cruento dove costringevano i cani (soprattutto terrier) a dare battaglia contro orde di ratti mentre gli scommettitori assistevano urlando e incitando il “combattente” da loro scelto per la vittoria o puntando su quanti roditori il cane avrebbe massacrato.

Immaginate angoli bui, odori nauseabondi, luoghi pubblici dove il confine tra divertimento e brutalità veniva infranto dalla sola voglia di guadagnare e di divertirsi. Non ci si stupisce che il medioevo sia stata un’era buia se queste erano le forme di intrattenimento. La pratica continuò, cani e roditori pagarono le conseguenze dell’idiozia umana, fino a che nel 1835 non adottarono l’Atto di Crudeltà sugli Animali nel Regno Unito.

Cani da lotta e il mercato nero dei ratti

Il rat-baiting era una pratica legalmente accettata. Oltre 70 fosse per combattimenti erano presenti soltanto nel cuore di Londra, un simbolo di un’epoca in cui il rispetto per gli animali era quasi assente e la violenza era considerata intrattenimento, che si trattasse di cani, ratti o persino umani.

I cani utilizzati nelle lotte variavano in dimensione e razza, ma i terrier erano i favoriti: erano agili e scattanti, perfetti per lo scopo dello spettacolo. Le regole del rat-baiting erano crude, spietate fino ai limiti dell’impossibile. Una pratica particolarmente sconvolgente, che potrebbe urtare la vostra sensibilità (vi abbiamo avvisato) era la verifica della sopravvivenza dei ratti: se riuscivano a strisciare fuori da un cerchio venivano considerati vivi e il cane doveva affrontarli nuovamente. Il loro destino era segnato dall’agonia. Sarebbero periti in fretta o avrebbero sofferto ancora le pene di questa pratica?

I ratti, forniti da cacciatori di professione, erano la moneta di scambio di un mercato nero che alimentava gli incontri, ecco come facevano a trovarne tanti. Quello che per molti era solo un gioco causava sofferenza in roditori e cani coinvolti senza scelta. Oggi il rat-baiting è vietato in molti Paesi, ma ci sono alcuni luoghi, nei meandri dei territori più poveri in cui ci si potrebbe imbattere ancora in questo spettacolo sanguinolento, anche se raramente.

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