L’innato desiderio umano di espandere i propri confini ben al di là del pianeta Terra, si è trasformato in una corsa accelerata nello spazio. Questa è stata accompagnata dalla proliferazione dei satelliti che hanno cominciato ad orbitare intorno al nostro pianeta. Il progetto Starlink di SpaceX non fa eccezione in questa moda. Il lancio di una seconda generazione di ben 42.000 satelliti segna un nuovo capitolo nell’esplorazione spaziale, ma non solo. Cerchiamo di capire cos’altro potrebbe comportare questa massa di satelliti che ci ruota intorno.
Gli scienziati si stanno muovendo per comprendere meglio le conseguenze future della nostra ossessione spaziale. Un recente studio della University of Iceland ha sollevato non poche preoccupazioni riguardo le conseguenze ambientali dell’accumulo di detriti spaziali, in particolare delle polveri conduttive rilasciate nell’atmosfera durante il rientro dei satelliti. Secondo Sierra Solter-Hunt, fisica e autrice dello studio, questa polvere potrebbe costituire una minaccia per la stabilità della magnetosfera terrestre, aprendo la strada a radiazioni e tempeste solari dannose. In altre parole, potremmo essere in procinto di circondare il nostro pianeta con una sorta di “spazzatura spaziale” che potrebbe mettere a rischio la nostra sicurezza e quella del nostro pianeta.
La polvere conduttiva generata dai detriti spaziali potrebbe infatti interferire con il campo magnetico terrestre. Se questo si indebolisse, creerebbe perturbazioni che potrebbero, in un futuro, compromettere la nostra atmosfera. Una cosa non molto diversa da quella accaduta a Marte miliardi di anni fa. La prospettiva di una lacerazione atmosferica fa paura, ma è purtroppo plausibile, data l’enorme quantità di materiali in arrivo nell’atmosfera celeste ogni giorno. Un flusso, come abbiamo visto dalle ultime notizie, che non accenna a diminuire.
La National Oceanic and Atmospheric Administration ha già rilevato un costante aumento del numero di satelliti che rientrano nell’atmosfera terrestre, con conseguente accumulo di polveri plasmatiche a diverse altezze sopra la superficie del pianeta. Questo fenomeno, che fino ad ora era rimasto un po’ nascosto ai radar, ora deve essere preso seriamente in considerazione. I rischi associati alle ultime imprese spaziali potrebbero avere ripercussioni pesanti sulla nostra sicurezza e il nostro ambiente.
Le implicazioni delle tempeste solari sono altrettanto gravi. La potenziale riduzione dell’ozono atmosferico, causata dall’accumulo di polveri magnetiche, potrebbe esporre la Terra a radiazioni cosmiche dannose, in primis quelle solari, che comprometterebbero la nostra salute in maniera grave. Le interferenze con le componenti elettroniche dei razzi, inoltre, potrebbero ostacolare l’esplorazione spaziale futura, andando a minare i nostri sforzi per comprendere l’universo che ci circonda.
Mentre alcuni esperti concordano con gli studi della fisica Solter-Hunt, ritenendo questa crescente contaminazione spaziale un potenziale pericolo, altri rimangono più scettici. Per alcuni, queste ipotetiche minacce sono esagerate e non corrispondenti alla realtà. Tuttavia, io non penso sia così improbabile che tutti questi satelliti, che diventeranno prima o poi inutilizzabili, possano creare una spazzatura cosmica che potrebbe danneggiare in qualche modo, nel futuro, il nostro pianeta.