Viaggiare nello spazio era considerato solo come un sogno, un’impresa riservata agli eroi dei libri di fantascienza per tanto tempo, finché la tecnologia e l’ingegneria spaziale non sono state in grado di trasformare quella che era un’illusione in una realtà accessibile. Noi esseri umani ora abbiamo la possibilità di guardare “da vicino” l’immensità dell’universo, di volare tra le stelle ed esplorare oltre i confini dell’atmosfera terrestre. Non è però tutte rose e fiori. Dietro i racconti degli astronauti si nascondono aspetti negativi che rendono questa impresa ancora più complicata di quanto ci si aspetti. Parliamo del mal di testa spaziale, un dolore cronico e molto comune tra gli astronauti.
Sin dal programma Apollo, gli astronauti, una volta giunti nella microgravità, hanno riportato le conseguenze di questo cambiamento gravitazionale soffrendo di dolori cranici intensi. Tale fenomeno non era ancora stato studiato dagli scienziati. Adesso, dopo così tanto tempo, hanno finalmente condotto apposite analisi per scoprire il perché nasca questo fastidio. Una ricerca pubblicata su Neurology il 13 marzo ha descritto con chiarezza che non si tratta di un fenomeno raro e che quasi tutti gli astronauti soffrono di mal di testa spaziale per ragioni scientifiche precise.
Astronauti: il segreto del mal di testa cronico
Attraverso l’analisi dei diari di bordo di 24 astronauti e dei dati di altri 42 viaggiatori dello spazio, i ricercatori hanno sviluppato una teoria che spiega il perché del fenomeno. Gli scienziati hanno scoperto che il mal di testa diventa una fastidiosa normalità persistente già nella prima settimana, come confermato dal neurologo Ron van Oosterhout.
Perché, quindi, hanno il mal di testa? Durante il viaggio il sangue si accumula nel torso e nel capo, causando gonfiori facciali e qualche volta anche problemi visivi. I liquidi dell’orecchio fondamentali per il nostro equilibrio, inoltre, vengono totalmente sconvolti dall’assenza di gravità, provocando disorientamento e nausea. Una sorta di montagna russa molto più lunga di 2 minuti. Anche se gli astronauti tendono ad adattarsi a questi sintomi, il dolore alla testa resta per l’87% di essi durante tutta la durata della missione. Molti viaggiatori hanno riferito di aver assunto aspirina o altri analgesici per cercare di trovare sollievo e riuscire a dormire, oltre che a effettuare esercizio fisico per provare a rilassarsi.
La ricerca, per quanto mostri già una chiara presenza di questa sintomatologia in diversi astronauti, potrebbe ancora contenere degli errori: i mal di testa spaziali potrebbero essere ancor più diffusi. L’analisi dimostra che oltre alle sfide tecniche, nonostante la preparazione fisica, i nostri esploratori dello spazio devono far conto anche ai dolori fisici costanti.