In questi anni, dove si cerca di combattere il danno inflitto dalle automobili, la discrepanza tra le emissioni dichiarate dalle aziende automobilistiche e i dati reali sono stati spesso oggetti di discussione e ricerche. La Direzione Generale per l’azione per il clima (DG Clima) della Commissione Europea ha pubblicato proprio qualche giorno fa un rapporto che conferma la presenza di questa enorme differenza nelle info presentate e quelle provenienti dagli studi ambientali, basandosi su dati provenienti da 600 mila veicoli.
In teoria, come ha ricordato la stessa Commissione Europea, a partire dal gennaio del 2021 tutte le nuove auto e i piccoli furgoni avrebbero dovuto possedere dispositivi per il monitoraggio del consumo di carburante (OBFCM) prima di essere immessi sul mercato. L’anno dopo, ad aprile 2022, dalle analisi è risultato che soltanto una percentuale dei veicoli aveva trasmesso i dati richiesti, risultando anche sotto le aspettative.
L’analisi delle emissioni dei veicoli: qual è il peggiore?
Anche se pochi, i dati raccolti sono comunque stati sufficienti per far sì che i ricercatori potessero effettuare una valutazione preliminare. Il rapporto realizzato ha poi mostrato la presenza di un divario medio del 23,7% per quanto riguarda le auto a benzina e del 18,1% per le auto diesel tra le informazioni reali e quelle condivise dalle case automobilistiche riguardo ai consumi e alle emissioni di CO2 dei propri veicoli. Gli esperti avevano già previsto il divario e lo hanno attribuito a più fattori come ad esempio le condizioni stradali, del traffico, le temperature esterne ed anche il comportamento del conducente del mezzo.
La discrepanza maggiore è quella però risultata dai veicoli ibridi plug-in (PHEV). Le emissioni reali di CO2 superano di 3,5 volte i valori descritti per l’omologazione. Cosa ci racconta tale dato? Che questa tipologia di auto e di vetture non sfrutta ancora a pieno il suo potenziale, probabilmente a causa di un non utilizzo della modalità elettrica. La Commissione Europea ha per tal motivo introdotto alcune modifiche per il calcolo del “fattore di utilità” che viene utilizzato per determinare il livello di CO2 prodotto durante la procedura di prova di ogni singola vettura. I cambiamenti al regolamento apportati dall’UE entreranno in vigore nel 2025, ma ulteriori modifiche potrebbero essere necessarie nel corso dell’anno.