Lo squalo, che si trovi nel mare aperto o sullo schermo di un cinema, ha da sempre evocato nell’uomo una paura primordiale. Il film omonimo, del 1975, non ha fatto altro che aumentare questa fobia, senza però che ci fosse davvero una reale base su cui fondare questa paura. Se è vero, infatti, che lo squalo è senza dubbio un predatore pericoloso, è anche vero che gli attacchi verso l’uomo si sono dimostrati sempre molto rari, soprattutto se confrontati con altre cause di morte all’apparenza molto meno spaventose. Per mettere in prospettiva questa percezione, uno studio creato ad hoc ha confrontato le statistiche sulla mortalità provocata dagli squali e dai distributori automatici, in America, segnalando risultati sorprendenti.
Secondo i dati della Consumer Product Safety Commission (CPSC), tra il 1995 e il 2015 i distributori automatici degli Stati Uniti hanno causato in media 2,18 morti all’anno, oltre a numerosi feriti. Nello stesso periodo, il Florida Museum of Natural History ha registrato 41 attacchi di squali negli Stati Uniti, con una media annua di 0,6 decessi. L’International Shark Attack File riporta una media ancora più bassa, di 0,42 vittime di attacchi di squali all’anno.
Va sottolineato che la maggior parte delle morti causate dagli squali non avviene perché lo squalo ha una predilezione per il nostro sapore. Spesso ad essere attaccati sono i surfisti, o comunque persone su delle tavole simili a quelle da surf, o su canoe da mare, che visti dal basso possono apparire come sagome di foche o delfini. Sono infatti questi gli animali che lo squalo preda solitamente in natura. Le morti causate dall’uomo, invece, sono innumerevoli. Tante specie marine si allontanano dalle coste proprio a causa della pesca eccessiva o delle morti causate da imbarcazioni, andando a minare la biodiversità marina locale preesistente.
La fragilità della vita degli squali, sempre più minacciata dall’uomo, e il numero di morti causate dai distributori automatici, mettono in discussione la nostra percezione del pericolo. Gli incidenti con i distributori automatici, che spesso si ribaltano o causano incendi, avvengono spesso anche in luoghi considerati sicuri come scuole, uffici, palestre e supermercati. Luoghi ben lontani dal profondo mare dominato dai nostri presunti predatori.
Queste considerazioni dovrebbero spingerci a riflettere non solo sull’importanza di migliorare gli standard di sicurezza, ma anche sull’urgente necessità di proteggere gli squali e le altre creature marine. Dobbiamo adottare misure più efficaci per garantire un equilibrio sostenibile tra la sicurezza umana e la conservazione dell’ambiente marino, assicurando così un futuro agli squali, che sono fra le creature più affascinanti, antiche e importanti degli oceani.