Un recente studio condotto da un team internazionale di ricercatori ha scoperto una cosa che può sorprendere molti: il cervello umano sta recentemente crescendo di dimensione. Secondo i risultati, i nati negli anni ’70 mostrano quasi il 15% in più di superficie cerebrale e il 6,6% in più di volume rispetto ai loro omologhi nati negli anni ’30.
Cervello sempre più grande, ma perché?
La domanda che inevitabilmente sorge è: questo aumento delle dimensioni cerebrali si traduce in un’intelligenza superiore? Sarebbe bello pensarlo, e forse quelli di voi con una più alta autostima si sono già risposti affermativamente, ma gli scienziati sono cauti nel trarre conclusioni affrettate sebbene siano ottimisti riguardo alla possibilità che questa crescita possa contribuire a prevenire la demenza e altre malattie legate all’invecchiamento.
L’espansione di alcune specifiche aree cerebrali, in particolare quelle associate alla memoria e all’apprendimento, potrebbe indicare uno sviluppo e una salute cerebrale migliorati nel corso del tempo. Ci sono evidenze che suggeriscono che un cervello più grande possa agire come una sorta di riserva durante il corso della vita, offrendo una protezione aggiuntiva contro le malattie legate all’età come l’Alzheimer.
Purtroppo il numero totale di persone colpite da Alzheimer sembra essere in aumento, ma uno studio pubblicato nel 2016 nel The New England Journal of Medicine ha rivelato che la percentuale di nuovi casi sta diminuendo di decennio in decennio. Questo potrebbe suggerire che nonostante l’aumento di grandezza del cervello non sia legato a questioni puramente intellettive, possa almeno esserci una sorta di protezione aggiuntiva contro le malattie cognitive legate all’invecchiamento.
Una protezione per la vecchiaia
Forse il nostro grande cervello non servirà a migliorare i nostri voti in matematica o a farci sentire dei geni incompresi, ma speriamo almeno che possa svolgere un ruolo importante nella protezione dalla malattie mentali associate all’invecchiamento. Questa ricerca ci fa riflettere su quanto ancora abbiamo da imparare sulla comprensione del cervello umano, e come questa sia importante nella conoscenza per il trattamento delle malattie neurodegenerative.