La scoperta fatta da poco nell’Antartide meridionale sta mettendo in luce nuovi aspetti dei processi geologici terrestri. Una serie di vulcani sottomarini, che si allunga per circa 50 km in lunghezza e 15 km in larghezza, è stata individuata nelle profondità marine della Terra Vittoria Settentrionale, al largo della costa di Pennell. Una scoperta di enorme importanza, fatta grazie alla nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi” dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), che ha un valore cruciale nella nostra ricerca della conoscenza nella formazione della calotta glaciale antartica.
La catena di vulcani sottomarini
La catena vulcanica sottomarina è stata trovata durante le attività di ricerca geologica e geofisica condotte a bordo della rompighiaccio, che grazie alla sua capacità di operare nelle regioni polari e di raggiungere aree precedentemente inaccessibili a causa del ghiaccio marino è riuscita a individuarla nonostante le difficoltà del luogo. Sono poi state effettuate dettagliate indagini della morfologia e della profondità dei fondali marini, oltre che ricerche sismiche e campionamenti dei sedimenti marini.
Questi vulcani sottomarini si trovano a circa 70° di latitudine sud, a circa 60 km al largo della Costa di Pennell, nella Terra Vittoria. La catena, che si estende su una superficie di oltre 500 km2, è costituita da un complesso vulcanico principale e da una zona più piccola situata nella parte meridionale dell’area esaminata. Questi edifici vulcanici si ergono fino a oltre 1500 m dal fondale, con il più alto che raggiunge una sommità situata a circa 600 m sotto il livello del mare.
Secondo Dario Civile, ricercatore dell’OGS, la scoperta di questa catena vulcanica sottomarina giovane, caratterizzata da risalite di lava e fluidi, ha implicazioni importanti sia dal punto di vista geologico e geodinamico, sia dal punto di vista fisico-chimico e delle interazioni con la biosfera. La zona studiata riveste un’importanza fondamentale per comprendere l’interazione tra i processi geologici legati ai movimenti delle placche litosferiche e l’evoluzione delle calotte glaciali antartiche.
Le prime tracce di questa catena sottomarina sono state individuate durante la spedizione italiana in Antartide del 2023, ma la conferma ufficiale è arrivata durante la campagna attuale di ricerca del 2024. Queste spedizioni fanno parte del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), promosso e sostenuto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Una ricerca tutta italiana
La scoperta della catena di vulcani sottomarini è stata effettuata all’interno del progetto BOOST (Bridging Onshore-Offshore STructures at the Pacific Coast of North Victoria Land, Antarctica: an integrated approach), coordinato dall’Università di Genova e coinvolgente diversi istituti di ricerca. Importanti passi compiuti dalla scienza del nostro paese che andranno ad influire sulle conoscenze mondiali per una maggiore conoscenza della Terra a livello globale.