Proprio negli ultimi tempi, a Washington, un giudice ha dovuto bloccare l’uso di prove video che erano state “migliorate” con l’uso dell’AI. Il motivo di tale decisione risiede nell’affidabilità di questi sistemi. Utilizzare l’intelligenza artificiale in questo ambito solleva questioni importanti sull’etica del loro utilizzo e sulla validità di tali prove in procedimenti legali.
Questo caso è un esempio lampante di quanto sia sbagliata l’opinione comune in relazione all’uso dell’AI in tribunale. Infatti, c’è la convinzione che l’intelligenza artificiale possa rivelare informazioni visive nascoste o non chiaramente visibili in contenuti multimediali che presentano una qualità inferiore. Ma come abbiamo già detto, nulla di tutto questo è vero.
Leroy McCullough, giudice della contea di King, si è dichiarato preoccupato per quanto riguarda questo processo di modifica dei video. Inoltre, ha evidenziato che questi interventi possono sortire l’effetto contrario e compromettere ulteriormente le prove che si sta cercando di migliorare. Utilizzare, in tribunale, contenuti modificati con l’AI può confondere le testimonianze oculari e prolungare i tempi del processo a causa dei dibattiti tecnici sulla validità dei metodi dell’intelligenza artificiale che non sono verificabili. Inoltre, l’AI può creare anche informazioni mancanti, aggiungendo dettagli che prima non erano presenti. Un simile intervento può distorcere la realtà, dettaglio che non può essere contemplabile in un’aula di tribunale.
Il video in questione era stato modificato dall’avvocato della difesa che aveva richiesto il supporto di un perito in produzione video. Quest’ultimo ha utilizzato un tool di AI (Topaz Labs) per effettuare questi presunti miglioramenti. Questo caso rappresenta un precedente storico che solleva questioni importanti sull’accessibilità di questo tipo di tecnologia nel settore della giustizia.