L’indagine ha esaminato le abitudini di diversi studenti universitari, e di come sono cambiate dopo aver iniziato ad usare ChatGPT. I report, successivamente pubblicati dall’International Journal of Educational Technology in Higher Education, sono preoccupanti. Si è potuto vedere, infatti, di come un numero notevole di studenti abbia iniziato ad usare il chatbot di OpenAI per lo svolgimento di compiti e progetti accademici. L’indagine, consisteva in delle domande per verificare il livello di indipendenza degli studenti dall’intelligenza artificiale, ed era divisa in due fasi.
Nella prima fase, un totale di 165 studenti ha potuto valutare
il proprio utilizzo del chatbot attraverso un sondaggio. Sono stati, infatti, posti quesiti relativi all’approccio a ChatGPT sia in ambito universitario, quindi il suo utilizzo per compiti o progetti, ma anche al suo uso in situazioni più personali.Il risultato dimostra quindi che un utilizzo prolungato e ripetuto dell’intelligenza Artificiale porta a ridurre lo sforzo cognitivo degli studenti, che carichi di lavoro, ottimizzano i tempi cercano risposte immediate. Questo quindi porterebbe ad una riduzione della capacità di memorizzazione dei singoli studenti. Dimostra anche che gli studenti orientati a voti alti ed al successo accademico, evitano di utilizzare l’Intelligenza Artificiale.