Era il 2018 quando un evento epocale scrisse una pagina indelebile nella storia umana: ebbe inizio il lungo viaggio della Voyager 2, diventando il secondo dispositivo terrestre a superare i confini del Sistema Solare. La Voyager 2 ha inaugurato, con questo epico passo, un’avventura senza precedenti nello spazio interstellare, oltrepassando l’influenza gravitazionale del nostro Sole e aprendo le porte alle profondità inesplorate dell’universo.
Così vicino, così lontano
Ma veniamo al fulcro della questione: come può questa sonda spaziale mantenere in vita un collegamento con la madre Terra a distanze cosmiche così immense, superiori ai 20 miliardi di chilometri? La risposta si trova nella straordinaria rete di comunicazione della NASA, il Deep Space Network (DSN). Questo è un sofisticato quanto complesso insieme di antenne radio dislocate strategicamente in tre siti chiave: Goldstone, in California, Robledo, vicino a Madrid, e Tidbinbilla, nelle tranquille vicinanze di Canberra.
Tra tutte, è la stazione di Tidbinbilla a rivestire uno dei ruoli più cruciali in questa situazione, ospitando un’antenna eccezionale conosciuta come DSS-43, che mantiene un contatto costante con la Voyager 2. Anche la sua collocazione nell’emisfero meridionale si rivela fondamentale, dato che la sonda è visibile esclusivamente da quel lato del pianeta.
Nonostante le enormi distanze cosmiche e la potenza apparentemente modesta del segnale trasmesso dalla sonda – soli 23 Watt, pari a circa otto volte la potenza di un comune telefono cellulare – l’ingegneria umana e le tecnologie avanzate collaborano sinergicamente per rendere possibile ed efficiente la comunicazione tra i due mondi.
Una comunicazione con lo spazio cosmico
Il segnale, partendo dal modesto trasmettitore, viene elaborato e ricevuto attraverso sofisticate tecniche di elaborazione del segnale, sfruttando la precisione direzionale sia dell’antenna DSS-43 che del trasmettitore a bordo della Voyager 2. Mentre l’antenna DSS-43 irradia nello spazio con una potenza di trasmissione fino a 400.000 Watt, la nostra sonda interstellare ascolta, nitida e chiara, attraverso le vastità insondabili dell’universo, mantenendo viva la connessione tra l’umanità e il suo spirito esplorativo nel cosmo infinito.