La fotocamera astronomica LSST, che ci permetterà di guardare il cielo australe come mai prima d'ora
La fotocamera astronomica LSST, che ci permetterà di guardare il cielo australe come mai prima d’ora

Ci sono voluti nove anni di intensa dedizione e sforzi incessanti, ma alla fine i ricercatori hanno finalmente realizzato un traguardo senza precedenti nell’ambito dell’astronomia: la creazione della fotocamera digitale più grande mai costruita per l’osservazione del cosmo. La fotocamera LSST (Legacy Survey of Space and Time), situata presso l’Osservatorio Vera Rubin, è un vero e proprio capolavoro tecnologico, caratterizzata da una risoluzione di 3,2 miliardi di pixel. A dir poco straordinaria.

 

La mega fotocamera astronomica

Quest’epica impresa è il risultato di una collaborazione senza precedenti tra varie istituzioni di ricerca, e segna l’inizio di una nuova era nell’osservazione del cosmo. Situata nel deserto cileno di Atacama, l’Osservatorio Rubin sfrutta la straordinaria potenza della fotocamera per catturare immagini ad altissima risoluzione del cielo australe.

La fotocamera LSST stupisce per le sue imponenti dimensioni: con un diametro di circa 5,5 piedi (1,65 metri) e una lunghezza di 9,8 piedi (3 metri), è paragonabile a una piccola automobile e pesa quasi 6.200 libbre (2.800 kg). Questo colosso tecnologico è progettato per rilevare la luce in una vasta gamma di lunghezze d’onda, dal vicino ultravioletto al vicino infrarosso (0,3-1 μm), con un campo visivo di 3,5 gradi e una risoluzione pixel ottimizzata per la sensibilità.

Al cuore della fotocamera si trova un mosaico di 189 rilevatori al silicio da 16 megapixel, distribuiti su 21 “zattere” per un totale di circa 3,2 gigapixel. Questa straordinaria potenza di imaging permetterà all’Osservatorio Rubin di catturare immagini di eccezionale qualità, con tempi di inattività e manutenzione davvero minimi.

 

L’obiettivo primario del LSST

Il principale obiettivo dell’Osservatorio Rubin è il Legacy Survey of Space and Time (LSST), un’osservazione ampia e quasi continua dello spazio che si estenderà per ben 10 anni. Tale sforzo produrrà una mole incredibile di dati, pari a 60 petabyte, sull’universo, inclusa la composizione della materia oscura, dell’energia oscura e l’espansione dell’universo stesso.

La fotocamera LSST sarà in grado di scattare un’esposizione del cielo di 15 secondi ogni 20 secondi, cambiando automaticamente i filtri per catturare la luce in tutte le lunghezze d’onda. Questo monitoraggio costante del cielo offrirà essenzialmente un timelapse continuo, rivelando eventi meno impattanti e che potrebbero sfuggire ad un’occhiata più superficiale, ma che ora potranno essere oggetto di studio per gli scienziati.

“Stiamo per creare il più grande film e la mappa più informativa del cielo notturno”, ha dichiarato con entusiasmo Željko Ivezić, astrofisico dell’Università di Washington e direttore della costruzione dell’Osservatorio Rubin.

 

Uno sguardo verso lo spazio

Nonostante la posizione privilegiata dell’Osservatorio Rubin nel deserto di Atacama sia un fattore molto positivo, ci sono comunque sfide da affrontare, come quella dell’inquinamento luminoso causato dai satelliti in orbita bassa. Le attuali costellazioni di satelliti, come quelle di SpaceX, potrebbero interferire con le osservazioni. Ma nonostante questi possibili intoppi, con il completamento della fotocamera LSST, l’Osservatorio Vera Rubin è pronto a iniziare la sua esplorazione dei cieli australi. Le prime immagini pubbliche sono attese per marzo 2025, dopo gli ultimi preparativi come il trasporto sicuro della fotocamera in Cile e il completamento della cupola dell’osservatorio.

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