La prima luna piena della primavera, osservata lo scorso 25 marzo, non solo segnava l’arrivo del clima mite, ma aveva anche un significato importante nel calcolo della Pasqua, evento mobile rispetto al Natale.
Gli antichi ebrei, per commemorare la loro liberazione dall’Egitto, stabilirono che la Pasqua dovesse essere celebrata la prima domenica dopo la prima luna piena successiva all’equinozio di primavera, solitamente intorno al 20 marzo.
La luna secondo gli antichi
Secondo le credenze degli antichi nativi americani, la luna piena del 25 marzo doveva essere chiamata “dei vermi“, in relazione a un fenomeno zoologico unico che si verifica raramente nelle foreste orientali degli Stati Uniti.
Verso la fine di marzo e all’inizio di aprile, nelle foreste degli Appalachi, diverse specie di insetti e lombrichi iniziavano a emergere dalle loro uova e a muoversi nel terreno non più ghiacciato.
Questi organismi, come il Lombricus terrestris, sono noti per avere una superficie riflettente che diventa particolarmente visibile di notte durante la luna piena. Gli antichi nativi americani associavano l’arrivo di questa luna piena con la comparsa di tali creature invertebrate, illuminate dai raggi lunari mentre esploravano gli ambienti circostanti.
A causa dei cambiamenti climatici e dello scioglimento precoce della neve, gli scienziati hanno riscontrato difficoltà nel rintracciare queste specie durante le notti illuminate dalla luna, ma il nome insolito di “luna dei vermi” persiste, evocando un’epoca in cui si credeva che questa fosse responsabile della risveglio della microfauna dal suolo.
È interessante notare che i lombrichi, in particolare, tendono ad emergere di notte non solo a marzo, ma anche in altri periodi dell’anno, poiché le temperature più elevate del mattino potrebbero esporli al rischio di disidratazione, mentre la luce solare li espone a maggiori pericoli. Se siete interessati all’argomento, vi consigliamo articoli simili, molto specifici e legati al giusto mix tra scienza e astronomia.