Roku, non molto conosciuto in Italia, è uno dei produttori di device streaming famosi negli Stati Uniti. La società ha da poco registrato un nuovo brevetto che potrebbe stravolgere completamente la nostra idea di intrattenimento nel caso in cui dovesse diffondersi. Si tratta di un sistema che consente alle smart TV di mostrare la pubblicità praticamente sempre, a prescindere dalla fonte HDMI in uso.
La nuova strategia porterebbe un aumento sostanziale degli introiti grazie agli annunci pubblicitari, ma al contempo potrebbe portare un’invasione anche dei sistemi streaming, interrompendo il nostro svago e la visione dei contenuti sulla TV. I produttori potrebbero vedere nella proposta di Roku un sistema funzionale per monetizzare i loro prodotti, considerando il brevetto come il futuro della TV.
Smart TV: pubblicità VS intrattenimento
Il funzionamento alla base di questo sistema è piuttosto intuitivo. La TV rileva che il segnale in ingresso è in pausa e in automatico mostra la pubblicità. Il problema è che questo potrebbe accadere in qualsiasi momento, sia che si stia giocando, sia che si stia guardando qualcosa. I produttori potrebbero accogliere il brevetto di Roku per le TV in modo positivo, vedendolo come uno strumento ideale per innalzare i guadagni, gli utenti, con molta probabilità, non sarebbero altrettanto contenti.
C’è il forte rischio che la pubblicità possa disturbare la visione e invadere lo spazio personale dell’utenza così tanto da essere più che solo fastidiosa. Le società madri delle console e di altri device HDMI, inoltre, non apprezzerebbero che i loro prodotti vengano utilizzati per mostrare inserzioni non richieste. La visione della strategia di Roku va a sdoppiarsi inevitabilmente. Da un lato troviamo gli utenti disposti anche a pagare per non avere pubblicità e dall’altro abbiamo le aziende pronte a tutto per aumentare i guadagni. La questione della pubblicità televisiva è sempre stata controversa, tra chi tollera gli spot pubblicitari e chi preferisce evitarli letteralmente a tutti i costi, basta prendere come esempio i servizi a pagamento streaming. Se l’idea di Roku dovesse andare avanti non si sa bene come potrebbe evolvere il sistema d’intrattenimento.