Le discussioni sulla pericolosità della pirateria online e i dibattiti sulle possibili misure per contrastarla colgono da anni l’attenzione delle istituzioni e degli esperti che cercano di trovare una soluzione definitiva. Dopo tanti tentativi, ad inizio anno è stato rilasciato il sistema di blocco Piracy Shield che inizialmente ha riscontrato parecchio successo.
Il rilascio dei report da parte di AGCOM, tuttavia, riguardanti il numero di siti bloccati dal sistema ha suscitato altre critiche, facendo ripartire con ancora più forza le discussioni sui metodi contro la pirateria. L’articolo del professor Stefano Zanero del Politecnico di Milano, pubblicato su AgendaDigitale, ha mostrato la sua prospettiva sul fallimento della tecnica del blocco degli indirizzi IP come soluzione efficace contro l’uso dei sistemi illegali per la visione di contenuti protetti da copyright.
Perché per Zanero il Piracy Shield è inefficace contro la pirateria?
Zanero affronta senza mezzi termini il problema, evidenziando come il blocco degli indirizzi IP sia per lui una pessima idea, condivisa poi da altri esperti da oltre un decennio. Per il parere del professore, l’inefficacia di questa strategia fa parte della tecnica stessa che vi è alla base. Gli indirizzi IP, infatti, non possono essere direttamente associati a singoli utenti, siti o attività specifiche ed è per questo che lo strumento non è efficiente. Qualsiasi tentativo di bloccare i siti illegali inevitabilmente coinvolgerà anche molti innocenti, violando la libertà online e i diritti degli utenti. Zanero critica soprattutto il fatto che, da quando il sistema anti pirateria ha cominciato il proprio “lavoro”, abbia anche bloccato indirizzi IP non pericolosi.
L’errore non è un caso isolato, casuale, ma anzi è il risultato prevedibile di una scelta tecnologica e giuridica errata sin dall’inizio. Ciò ha provocato una serie di domande su quanto siano valide le nuove misure anti-pirateria adottate dalle autorità. L’analisi di Zanero è il tentativo di dimostrare l’inefficacia della tecnica e la dimostrazione del bisogno di un orientamento verso soluzioni più efficaci ed anche rispettose della libertà di sviluppatori ed utenti. L’esperienza dell’applicazione del Piracy Shield, basandosi su questo principio, fornisce una lezione preziosa da cui prendere spunto: per contrastare la pirateria online il blocco degli IP non basta, ma servono strategie più sofisticate e precise.