Quando si è passati dalla tv tradizionale all’uso sempre più smodato delle piattaforme streaming, una delle cose più apprezzate era la totale assenza di pubblicità. Peccato che ora non sia più così, a meno che non si è disposti a pagare più di quanto si facesse prima, Prime Video, uno dei principali servizi di streaming video, ha introdotto infatti gli annunci pubblicitari sui suoi contenuti. L’annuncio di questa nuova strategia era già stato effettuato da Amazon alla fine di febbraio, ma solo il 9 aprile, pochi giorni fa, la modifica è entrata in vigore.
Gli annunci pubblicitari, esclusi quelli nei titoli destinati ai bambini, ora compaiono nell’intero catalogo di Prime Video. Durante la riproduzione di film e serie TV, gli utenti si troveranno davanti ad interruzioni pubblicitarie evidenziate da un pallino nella timeline del titolo in visione, molto simili a quelli di YouTube ma senza il tasto “salta”. Gli annunci hanno una durata di 15 secondi ciascuno e non è possibile skipparli in alcun modo o velocizzarli. Sulla sinistra, in alto, vi è un conto alla rovescia che indica il tempo mancante alla fine della pubblicità e alla ripresa del film o della serie. La frequenza della presenza delle inserzioni non è costante
, ma varia a seconda di ciò che si guarda.
Possiamo rimuovere la pubblicità da Amazon Prime Video?
Partiamo dicendo che un modo c’è, ma vi costerà, letteralmente. Per coloro che odiano la pubblicità e vogliono evitarla, c’è la possibilità di pagare un extra di 1,99€ al mese. Solo in questo modo si potrà tronare a goder di Prime Video come in passato. Basta selezionare l’opzione “Senza pubblicità” nel menu principale del servizio e seguire poi le istruzioni per l’autenticazione e il successivo pagamento.
Il prezzo base di Prime Video, quindi, non subisce una variazione. La tariffa anti-pubblicità verrà semplicemente aggiunta a fine mese per chi decide di attivare l’opzione. Anche se l’introduzione della pubblicità può essere un cambiamento deludente per alcuni utenti, la possibilità di rimuoverla offre comunque un’alternativa. Poteva pur sempre essere obbligatoria. La motivazione di Amazon a questo cambiamento? La monetizzazione, gli introiti o come li vogliate chiamare, aiutano a migliorare il servizio.