La Federal Communications Commission, o come conosciuta da tutti FCC, ha avviato un aggiornamento importante che va a cambiare i requisiti per la definizione della banda larga in tutti gli Stati Uniti. I nuovi standard dettati indicano che gli ISP (Internet Service Provider) dovranno essere capaci di donare una velocità di download agli utenti di almeno 100 Mbps e di upload di 20 Mbps per poter utilizzare effettivamente l’appellativo di banda larga.
Gli standard precedenti, del 2015, erano ben diversi ed includevano soltanto una velocità di download di 25 Mbps e di upload di 3 Mbps. Lo scopo di questo aggiornamento alla banda larga cerca in qualche modo di migliorare la copertura ed i servizi internet degli operatori offerti all’utenza. Il motivo è stato dettato dal fatto che, dalle analisi, le precedenti regole non riuscivano a soddisfare le esigenze moderne di connessione.
Cosa comporta il cambiamento degli standard per la banda larga?
Gli standard passati, aventi caratteristiche molto simili a quelle della semplice connessione ADSL, stavano divenendo sempre meno utili. Le tecnologie internet sono ora troppo evolute per poter funzionare nel modo corretto con le premesse precedenti. Ora, l’obiettivo finale della FCC è quello di raggiungere velocità di 1 Gbps in download
e
500 Mbps in upload. Per quanto
riguarda i tempi, ancora non si sa con certezza quando il nuovo standard per la banda larga verrà applicato in modo effettivo.
La strategia è stata progettata per spingere gli ISP a migliorare i loro piani e a garantire una migliore esperienza internet. Ciò, però, potrebbe anche significare che molte connessioni che prima potevano essere classificate come banda larga, ora non lo saranno più. I clienti potrebbero avere l’impressione che internet sia peggiorato, quando in realtà cambia soltanto la definizione. La FCC ha anche spiegato in che modo gli utenti possono controllare la velocità effettiva della propria connessione internet. Esistono infatti diversi strumenti utili per misurare e certificare la linea e che possono aiutare a comprendere se le prestazioni siano effettivamente quelle dichiarate dagli ISP.