Sono già passati ben tredici anni dal terribile maremoto che ha devastato Fukushima, nel nord-est del Giappone, lasciando dietro di sé uno dei disastri nucleari più gravi della storia. La centrale nucleare, che all’epoca ha resistito a una serie di uragani, non è riuscita a contenere le radiazioni che si sono riversate nell’ambiente circostante, scatenando un’epidemia di proporzioni catastrofiche per la quale noi tutti stiamo ancora pagando le conseguenze.
L’incidente di Fukushima
La Tokyo Electric Power Company Holdings (TEPCO), la società responsabile della gestione e dello smantellamento della centrale, sta conducendo adesso indagini sempre più approfondite all’interno della struttura. Facendo affidamento su piccoli robot si stanno avventurando sempre più vicino al nocciolo fuso del reattore dell’Unità 1.
E alla fine di marzo, hanno fatto un passo avanti. Hanno completato un’ispezione che ha fornito immagini più chiare che mai, anche se il prezzo è stato alto. Molti robot e droni sono stati sacrificati, resi inutilizzabili dalle intense radiazioni presenti.
Ma durante questa perlustrazione, c’è stato qualcosa di strano. Le telecamere hanno catturato immagini di oggetti insoliti che pendevano dalle pareti del reattore, somiglianti a ghiaccioli spettrali. Gli ingegneri della TEPCO pensano che siano residui di materiale fuso che si è solidificato quando la temperatura è diminuita, o forse parti di attrezzature danneggiate durante l’incidente.
Ma il problema non riguarda solo l’Unità 1. Anche gli altri reattori necessitano di un serio intervento di bonifica: ci sono ancora tonnellate di detriti radioattivi da rimuovere. La TEPCO stima che potrebbero volerci altre tre o quattro decadi per smantellare completamente l’intera centrale, a un costo che supererà di gran lunga i miliardi di dollari.
Quello che succede dopo un disastro
Un’altra questione particolarmente sentita è quella dello smaltimento dell’acqua radioattiva. L’anno scorso hanno iniziato a riversarla nell’oceano Pacifico, senza farsi troppi scrupoli, scatenando un’ondata di preoccupazioni tra gli ambientalisti di tutto il mondo. È una situazione complicata e controversa, che solleva molte domande riguardo sia la sicurezza che l’ambiente.