La mobilità elettrica, in Europa e soprattutto in Italia, fatica a decollare e sta riscontrando parecchi problemi. Quali sono le cause di questo andamento del mercato elettrico? È innegabile che ci sono delle problematiche che affliggono questo tipo di alimentazione, che in Italia ancora non è particolarmente apprezzata dagli automobilisti. La causa di questa situazione non dipende dunque dal pubblico che rifiuta le auto elettriche, anche se questo dettaglio contribuisce, ma ci sono anche problemi strutturali che minano la sopravvivenza di questa alimentazione.
Una delle cause principali di questa situazione riguarda soprattutto i costi d’acquisto e la carenza di infrastrutture di ricariche per questi veicoli.
Aumento dei prezzi per le ricariche delle auto elettriche
A prova di ciò stiamo assistendo a continui rincari dei costi per gli abbonamenti A2A e le tariffe di consumo. La situazione è in netto contrasto con quella di qualche anno fa. Fino a poco fa viaggiare con le auto elettriche era particolarmente conveniente. C’erano colonnine gratuite e la ricarica casalinga costava pochissimo. Oggi la situazione è completamente cambiata e fare lunghi viaggi con un veicolo elettrico costa tanto o addirittura più di un’auto con diesel.
Inoltre, i grandi abbonamenti con centinaia di kWh inclusi, anche a potenze alte, sono spariti. L’unico pacchetto City di Enel X con solo 80 kWh inclusi, mentre A2A arriva a 200 kWh al mese. IL prezzo è di 106 euro, ma solo sulle colonnine fino a 50 kW. Cosa Significa? Ce se si vuole ricaricare la propria vettura in autostrada, per effettuare un lungo viaggio è necessario pagare la corrente a consumo, con tariffe che arrivano anche a 0,99 euro/kWh per l’HPC.
Gli unici che possono godere di una situazione leggermente migliore sono gli utenti Tesla. Le tariffe di ricarica per i Supercharger sono molto più basse. Anche se non si è un possesso di un’automobile Tesla è comunque possibile sottoscrivere un abbonamento da 12,99 euro al mese. In questo modo è possibile accedere ad una ricarica più conveniente.
Gli aumenti delle tariffe dipendono probabilmente dalla poca diffusione delle BEV nella nostra Penisola. È scontato che, se si spendono tanti soldi per installare delle stazioni di ricarica che poi non vengono utilizzate, le tariffe aumentano di rimando per sopperire alle spese. È però un circolo vizioso perché proprio una diminuzione dei costi di ricarica potrebbe portare a “salvare” le auto elettriche e favorire la diffusione della mobilità elettrica in Italia.