La ricerca di materiali che vadano a migliorare l’approvvigionamento energetico sostenibile sta avanzando a dismisura grazie ai tanti studiosi interessati al tema. Tramite la scoperta di un nuovo materiale quantistico, si potrebbe essere finalmente giunti ad una vera e propria rivoluzione riguardante i pannelli fotovoltaici per l’energia solare. Ciò è possibile grazie alle sperimentazioni e allo studio del professore di fisica Chinedu Ekuma e del suo team, che insieme hanno lavorato presso la Leigh University negli Stati Uniti. Tale materiale consentirebbe di raggiungere un livello di efficienza straordinario, dando vita alla possibile creazione di pannelli che potrebbero riuscire a catturare i raggi solari in modo più elevato.
Alla base dei pannelli fotovoltaici odierni ci sono il silicio monocristallino e la perovskite. Per quanto questi siano stati utilizzati a lungo, presentano ancora delle criticità legate al fatto che non possono essere impiegati su larga scala. Il materiale quantistico è stato invece studiato proprio per superare tale limitazione e rendere la produzione energetica tramite fonte solare nettamente migliore.
Con il nuovo materiale quantistico, l’energia solare prodotta cresce
Il team di ricerca ha sviluppato un prototipo utilizzando un materiale quantistico generato dal germanio, dal selenio e dal solfuro di stagno, integrati insieme ad atomi di rame zerovalente. La combinazione di questi specifici materiali va a creare un’eterostruttura con un’efficienza quantistica esterna del 190%. Esso può anche convertire fino all’80% della luce solare che cattura in elettricità, divenendo ufficialmente il migliore quando si parla di energia solare. Questi risultati hanno sorpreso enormemente gli scienziati per la dimostrazione di un’efficienza superiore almeno di due volte quella di qualsiasi altro pannello fotovoltaico esistente. Il materiale, inoltre, è capace di assorbire la luce solare anche nelle regioni degli infrarossi e del visibile dello spettro elettromagnetico,
Il materiale quantistico potrebbe aprire effettivamente la strada allo sviluppo di nuove e migliorate celle solari. Prima di cantare effettivamente vittoria, esso va però testato su larga scala per poi poterlo integrare nei sistemi fotovoltaici. La ricerca di Ekuma e del suo team, forse sarà la svolta tanto attesa per l’innovazione dell’energia solare. Speriamo che il loro lavoro dia i frutti sperati, tanto da dare un bel colpo al cambiamento climatico.