Il piano dei truffatori si basava sullo spacciarsi per giovani donne attraenti che contattavano online le proprie vittime offrendo foto e video a sfondo sessuale. Gli utenti che cadevano in trappola venivano poi ripresi dai criminali durante sessioni di video chat mentre si esponevano in atti sessuali. Successivamente, le vittime venivano minacciate. Il video sarebbe stato pubblicato a meno che non avessero effettuato dei pagamenti tramite Apple Pay o Cash App.
La truffatrice inviava poi la maggior parte dei “fondi” raccolti all’estero ai suoi complici. Tra questi è stato scovato ed arrestato anche Siaka Ouattara
, un ventiduenne originario della Costa d’Avorio. Se condannati, entrambi i sospettati rischiano fino a 20 anni di reclusione per ciascuna accusa di cospirazione e riciclaggio di denaro. Stesso discorso vale per le accuse di frode con comunicazioni elettroniche.Questo recente caso ha portato l’FBI ad intensificare le indagini sui casi di sextorion, soprattutto considerando l’aumento registrato durante i primi mesi del 2024. L’agenzia, inoltre, ha emanato un avviso ai genitori relativo ai pericoli di sextortion online che colpisce per lo più ragazzini tra i 14 e i 17 anni.
Inoltre, il caso di questa truffatrice negli Stati Uniti ha messo in evidenza anche il collegamento tra gli atti di sextortion e le app di pagamento. A tal proposito Cash App ha dichiarato che il sistema di monitoraggio impedisce questo tipo di transazioni atte allo sfruttamento sessuale dei minori. Apple, invece, per il momento non ha ancora commentato la vicenda.