Il gioco di ragionamento russo inventato nel 1984, Tetris, potrebbe essere più di quanto sembri
Il gioco di ragionamento russo inventato nel 1984, Tetris, potrebbe essere più di quanto sembri

E’ una notizia uscita recentemente quella di un ragazzo che è riuscito nella mirabile impresa di completare Tetris. Il gioco, divenuto un classico dei videogiochi grazie alle sue forme geometriche e alla semplicità della sua meccanica, ha sin dai suoi esordi rappresentato un passatempo amato da milioni di giocatori in tutto il mondo. Ma vi sorpresa sapere che, oltre allo scopo legato al divertimento, Tetris si sta facendo conoscere anche come oggetto di interesse per la comunità scientifica, soprattutto per quanto riguarda i presunti benefici che potrebbe apportare al trattamento dei traumi psicologici.

 

Tetris, un gioco che è più di quanto sembri

Lanciato nel lontano 1984, Tetris ha saputo conquistare un vasto pubblico grazie alla sua semplicità d’uso e alla sua capacità di coinvolgere il giocatore che deve sistemare i piccoli pezzi cadenti per creare delle linee che, pian piano, scompariranno (o, peggio, si sommeranno e faranno perdere la partita!). Ma al di là del suo fascino prettamente ludico, alcune ricerche suggeriscono che Tetris possa avere un impatto positivo sulla salute mentale, in particolare per quanto riguarda il disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

Alcuni studi recenti sembrano indicare che giocare a Tetris poco dopo aver vissuto un evento traumatico potrebbe contribuire a ridurre i flashback e i ricordi invadenti associati a tali esperienze. Le ricerche si sono svolte presso l’Università di Oxford e hanno dimostrato che i partecipanti che hanno giocato a Tetris dopo situazioni stressanti hanno riportato meno flashback rispetto a coloro che non lo hanno fatto. Sono stati proprio questi risultati incoraggianti che hanno spinto ad approfondire gli studi, portando ad esaminare l’efficacia del gioco anche in occasione di un vero e proprio trauma, come un incidente stradale o un’esperienza di guerra. Nonostante ci sia bisogno ancora di ulteriori conferme, parrebbe proprio che la riduzione delle intrusioni traumatiche tra i giocatori di Tetris sia reale.

Ma non è finita qui: le ricerche suggeriscono che giocare a Tetris durante una di queste memorie traumatiche, anche anni dopo l’evento, potrebbe attenuarne l’impatto emotivo. Questo tipo di utilizzo sembrerebbe adatto anche in contesti meno traumatici ma comunque intensi, come nel caso del parto.

 

La sottile linea tra realtà e fantasia

Tetris potrebbe quindi rappresentare non solo un passatempo divertente, ma anche un potenziale strumento terapeutico per coloro che affrontano grossi traumi psicologici. E’ importante però continuare la ricerca per confermare questi risultati e sviluppare le migliori pratiche per l’utilizzo del gioco in ambito terapeutico. La possibilità che un semplice videogioco possa offrire un contributo così significativo alla salute mentale è un argomento affascinante e degno di ulteriori approfondimenti.

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