Intel ha segnato un nuovo traguardo nella ricerca computazionale con il lancio di Hala Point, un sistema neuromorfico di dimensioni senza precedenti progettato per emulare le complesse funzioni del cervello umano. Questo annuncio arriva dopo che aziende come DeepSouth avevano già anticipato il potenziale dei supercomputer capaci di imitare le abilità cerebrali umane, promettendo di superare in velocità i tradizionali sistemi computazionali.
Hala Point è un autentico gigante tecnologico, equipaggiato con 1.152 processori Loihi 2, che ospitano complessivamente 1.15 miliardi di neuroni artificiali e 128 miliardi di sinapsi. La sua struttura è distribuita su 140,544 core di elaborazione, aprendo le porte a un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Pur non raggiungendo ancora i livelli dei computer costruiti con il DNA umano, le potenzialità di Hala Point sono immense.
La potenza di calcolo di questo mastodonte tecnologico è sbalorditiva: è in grado di eseguire 20 quadrilioni di operazioni al secondo , sfruttando un’architettura innovativa che si discosta nettamente dai tradizionali supercomputer. Mentre questi ultimi si misurano in FLOPS, Hala Point adotta una scala basata su impulsi elettrici, ispirata al funzionamento del cervello umano. Questa analogia con il nostro organo più complesso non solo incrementa l’efficienza del processamento, ma riduce anche il consumo energetico, grazie all’integrazione di memoria e capacità di calcolo.
Intel guarda a Hala Point come al precursore di una nuova generazione di sistemi computazionali, che potrebbero essere presto disponibili sul mercato, aprendo la strada a modelli di linguaggio avanzati e a un apprendimento continuo. Questo avanzamento tecnologico non solo prefigura un nuovo paradigma nella ricerca sull’intelligenza artificiale, ma anche un futuro in cui i computer opereranno in modo più umano, efficiente ed ecologico. È importante ricordare che gli esperimenti su architetture informatiche basate sul cervello umano sono stati condotti da anni, anche da aziende come IBM, evidenziando l’interesse crescente per questa promettente frontiera della scienza informatica.