Arthur Mensch, giovane CEO di Mistral, una delle startup AI più promettenti d’Europa, ha recentemente sollevato dubbi significativi riguardo alla corsa verso l’intelligenza artificiale generale (AGI), equiparandola addirittura al desiderio umano di “creare un Dio“.
In un’intervista esclusiva con il New York Times, Mensch ha dipinto questa aspirazione come una sorta di ossessione quasi religiosa tra i suoi coetanei nel settore dell’AI, sottolineando il suo scetticismo sia verso l’AGI che verso il concetto stesso di Dio.
Prima di fondare Mistral, Mensch ha guadagnato una considerevole esperienza lavorando come ricercatore presso Google DeepMind, dove ha avuto modo di osservare da vicino l’entusiasmo per l’AGI presente anche in giganti come OpenAI. Ma le sue opinioni divergono nettamente da quelle di molte figure di spicco della Silicon Valley.
“Questi modelli stanno plasmando la nostra comprensione culturale del mondo”, ha dichiarato il CEO, mettendo in luce le sottili ma significative differenze nei valori culturali tra Europa e Stati Uniti, che spesso vengono sottovalutate o direttamente ignorate.
Non solo Mensch critica l’obiettivo dell’AGI, ma offre anche una prospettiva più immediata e forse più inquietante sul futuro dell’AI, prevedendo cambiamenti significativi nel mondo del lavoro che richiederanno adattamenti rapidi, non in una decade, ma in un arco temporale molto più breve. E, viste le continue nuove notizie riguardo gli aggiornamenti dell’intelligenza artificiale, non stentiamo a crederlo.
La sua visione ha suscitato un ampio interesse tra l’elite europea e recentemente il governo francese ha stretto un accordo con Mistral, mirando a rafforzare la posizione tecnologica della Francia e, di conseguenza, dell’intera Europa. Cédric O, ex ministro digitale francese e ora azionista di Mistral, ha condiviso questa visione, sostenendo un allentamento delle regolamentazioni sull’AI nell’UE per favorire la crescita dell’azienda.