I buchi neri potrebbero essere utilizzati come fonte di energia alternativa poiché moltissimi fisici hanno sperimentato come l’ energia può essere sprigionata da essi; il primo studio condotto nel campo della fisica astronomica è stato da parte di Karl Schwarzschild che teorizzò l’ esistenza dei buchi neri. Oggi alcuni studiosi di fisica come Espen Gaarder Haug e Gianfranco Spavieri stanno cercando di capire come un buco nero possa essere utilizzato per produrre energia utile al pianeta.
I buchi neri infatti emettono una grande quantità di energia per cui potrebbero essere utilizzati come delle batterie anche perché possiamo immaginare dei buchi neri piccolissimi e quindi facilmente utilizzabili al posto delle batterie comuni. Lo studio di questi due scienziati è stato inserito all’ interno dell’ High Energy Density Physics e spiega come questi elementi potrebbero fornire al mondo l’ energia di cui ha bisogno.
Fisica, reattori creati con i buchi neri
Secondo la teoria dei due scienziati, i buchi neri funzionerebbero come dei piccoli reattori nucleari dato che liberano energia dai legami che tengono insieme le particelle della materia. Il problema però sta nel fatto che non è stato ancora scoperto come creare dei buchi neri di piccole dimensioni in modo da controllarli; inoltre si potrebbero addirittura accoppiare due buchi neri di carica opposta in modo da rilasciare più energia. Una batteria stimata da Haug e Spavieri di un chilogrammo potrebbe fornire 470 milioni di volte l’ energia fornita dalle moderne batterie al litio da 200 Kg. Secondo gli scienziati attraverso un progresso tecnologico possiamo arrivare a creare un buco nero come siamo arrivati a far funzionare un computer.
La continua ricerca di nuove fonti di energia rinnovabili fa pensare a delle nuove applicazioni che utilizzerebbero degli elementi alternativi che non erano stati mai usati prima. Il fatto che si ricorra a strade mai percorse prima in campo della scienza fa pensare a come il cambiamento climatico stia influendo sui nuovi studi che vengono affrontati da molti scienziati.