Il G7, insieme con l’Unione Europea, ha dato il suo annuncio per un progetto che cambierà le sorti del nostro pianeta. Entro il 2035 l’uso del carbone dovrà essere totalmente eliminato, grazie ad un processo graduale. Il progetto è anche stato confermato da Andrew Bowie stesso, ministro dell’Energia del Regno Unito ed uno dei rappresentanti dei Paesi membri del G7.
Tale decisione arriva in un momento particolarmente delicato per il nostro ambiente e per il nostro futuro. Il cambiamento climatico non si è mai fatto sentire tanto come ora. Tra sbalzi termici, eventi catastrofici, flora e fauna distrutta, ora deve essere effettuato qualcosa di più drastico. Il G7 è una delle coalizioni più influenti e potenti al mondo. Il problema principale è che nel 2023, i Paesi membri hanno generato il 16% della loro elettricità dal carbone. La una percentuale è in calo rispetto al 29% del 2015, ma i risultati sono ancora ben lontani da quanto sperato.
Non solo carbone, ma anche diminuzione dell’uso del gas per un vero cambiamento
Alcuni Paesi membri del G7 hanno già attuato strategie significative per la riduzione dell’uso del carbone. Il Regno Unito, l’Italia, la Francia e il Canada hanno diminuito notevolmente la loro dipendenza da questa fonte di energia dannosa. Ci sono ancora, però, diverse nazioni, come il Giappone, che provvedono alla loro elettricità usufruendo del carbone. In tal caso, gli sforzi da dover effettuare sono ben diversi, dovrebbero praticamente partire da zero per ottenere dei veri risultati.
Il direttore del programma Global Insights, Dave Jones, si è mostrato d’accordo con la decisione del G7, ma ha anche fatto notare che l’eliminazione del carbone entro il 2035 è solo uno step verso il cambiamento. Le nazioni del G7, infatti, dovrebbero anche eliminare completamente, o almeno in parte, anche l’uso di gas entro lo stesso periodo. C’è purtroppo ancora molto da fare per raggiungere questo obiettivo così complicato. Nel 2023, il 34% dell’elettricità generata dai Paesi del G7 proveniva dal gas, segnando un aumento invece che una diminuzione rispetto al 29% del 2015. Ciò evidenzia quanto sia necessario dare vita ad ancora più sforzi per cercare di promuovere fonti che non siano così terribilmente negative, promuovendone altre sostenibili e spingendo verso l’eolico, l’idroelettrico e il solare.