L’accusa principale è quella di aver attivato illecitamente abbonamenti, addebiti e SIM. Suddette attivazioni avvenivano utilizzando i dati personali di centinaia di persone che non avevano però fornito la propria autorizzazione.
La Guardia di Finanza ha scoperta la violazione dopo aver ricevuto una denuncia da parte di una donna che aveva riscontrato degli addebiti non riconosciuti sulla propria carta di credito. Nello specifico, i pagamenti riguardavano l’attivazione di un nuovo contratto che risultava stipulato a nome del marito che era però deceduto.
Successivamente sono partite delle indagini e l’istruttoria ha permesso di scovare numerose gravi violazioni. Stigma s.r.l. aveva sfruttato i sistemi del gestore telefonico di cui aveva il mandato operativo per ricavare dati e documenti
degli utenti e attivare 1300 SIM. Inoltre, l’azienda aveva raccolto firme dei clienti usando un tablet senza chiarirne le motivazioni per un giro d’affari pari a 80 mila euro.Il provvedimento del 22 febbraio è stato pubblicato sul sito ufficiale del Garante della Privacy spiegando quanto accaduto. Nel comunicato viene spiegato che il provvedimento è avuto inizio il 10 marzo del 2022 successivamente ad una denuncia di una cliente Vodafone Italia S.p.A. che lamentava una serie di addebiti sulla propria carta da parte della compagnia. Gli addebiti, come anticipato, riguardavano l’attivazione di un contratto per alcuni servizi telefonici intestato al marito che però era deceduto l’8 novembre del 2020.
L’aver scovato un’attività sistematica da parte dell’azienda Sigma, la quale aveva il controllo di due punti vendita Vodafone in Trento e in Pergine Valsugana (TN). Finalizzati all’attivazione di SIM e diversi servizi telefonici all’insaputa degli utenti coinvolti.