Quando pensiamo alla parola evoluzione, siamo abituati a pensare che essa sia una linea retta verso la progressione e la capacità di superare vecchie e nuove sfide
Purtroppo per noi il noto scienziato Charles Darwin, nei suoi saggi, ha confermato l’esatto contrario. Darwin ci spiega che l’evoluzione non è tanto prevedibile come crediamo, ma a volte quest’ultima porta gli organismi ad adattarsi a un problema tramite la via che non è né la più ovvia né la più semplice.
L’evoluzione non è uguale per tutti gli organismi, per alcuni si manifesta in maniera graduale, mentre per altri in maniera facilmente percettibile. Esistono degli animali così uguali tra loro che soltanto dopo anni di studi e analisi si è scoperto che non appartengono alla stessa specie.
Ma qual’è il collegamento tra la curiosità e l’evoluzione?
Secondo un report pubblicato sulla rivista Science, uno dei principali fattori che inducono all’evoluzione di una specie (oltre alla competizione tra specie, all’habitat e alla competizione sessuale) è la curiosità. Sul comunicato stampa viene fatto notare che alcune specie si sono evolute per via della loro curiosità e del loro comportamento esplorativo. Questa ipotesi ha un senso perché la scoperta di nuovi ambienti e di nuove risorse può portare gli organismi al cambiamento.
Per confermare questa teoria, un gruppo di scienziati guidato dal professore Walter Salisburgo (docente di biologia animale dell’università di Basilea), ha portato avanti uno studio su 57 specie diverse di ciclidi del Lago Tanganica in Africa. Questo studio è stato portato avanti per nove mesi ed è risultato che le specie che tendevano a esplorare di più subivano delle mutazioni genetiche. Questi geni modificati predisponevano i pesci a nuotare di più e più lontano. Ma non finisce qui, perché questi geni collegavano tra loro diverse specie con queste caratteristiche. Le specie vicino alle coste sono più curiose di quelle che vivono in acque libere, e questo è un altro dato che conferma la teoria.
Se andiamo di più nello specifico, sembrerebbe che la mutazione riscontrata nel gene cacng5b (gene fondamentale per il cervello dei pesci e che porta i ciclidi più curiosi ad evolversi) sia molto simile alla struttura base di una variante dello stesso gene presente negli altri vertebrati.
In conclusione, gli scienziati stanno studiando questa tipologia geni e stanno valutando se questi sono responsabili della curiosità. Si pensa che possano anche essere la causa di alcune malattie psichiatriche, come ad esempio la schizofrenia.